Il Punto 03/10/2023
4 Ottobre 2023Salute a rischio
4 Ottobre 2023I sindacati: non basta, più garanzie. Urso: l’azienda presenti un piano industriale
Roma «Giù le mani da Crevalcore», cantavano in strada oltre 200 lavoratori con bandiere e striscioni. Intanto, al ministero del Made in Italy, nella Sala Parlamentino di Palazzo Piacentini, i vertici della Marelli dicevano sì alla sospensione a tempo indeterminato della procedura di licenziamento dei 229 lavoratori del sito di Crevalcore (Bologna), annunciata pochi giorni fa. «Non basta» dicono i sindacati e la Fiom rilancia: «La mobilitazione prosegue».
Ma quello di ieri è comunque «un primo, seppur piccolo, risultato» riconosce la Uilm, anche se «avremmo voluto un ritiro completo e definitivo della procedura di chiusura», mentre Fim Cisl parla di «primo passo positivo» e Ugl invoca «l’impegno di tutti». L’azienda ha infatti accolto la richiesta del ministro Adolfo Urso di sospendere «sine die» la procedura di chiusura e licenziamento e valutare tutte le possibilità per salvare le attività dello stabilimento. E nel frattempo, ha «dato mandato ad un advisor per individuare possibili acquirenti per favorire l’operazione di reindustrializzazione del sito di Crevalcore». L’obiettivo è cercare un nuovo investitore e scongiurare la chiusura dello stabilimento che oggi continua a produrre, anche se al 50% della sua capacità.
E al Mimit il tavolo Marelli resta aperto, con il prossimo incontro fissato per l’8 novembre. «Si delinea il futuro per lo stabilimento di Crevalcore e per i suoi 229 dipendenti – dice Urso- : la nostra priorità è quella di sostenere e rilanciare la produzione nel settore e nella filiera dell’automotive e siamo convinti che ciò passerà dall’accompagnamento verso una piena reindustrializzazione di questa storica realtà produttiva». Ai vertici dell’azienda acquisita nel 2019 dalla giapponese Calsonic Kansey, Urso ha chiesto di presentare «quanto prima» un piano industriale completo, «anche per gli altri stabilimenti nel nostro Paese».
Ma l’attenzione (e la tensione) dei sindacati resta alta. Ieri in tutti gli stabilimenti italiani di Marelli ci sono state 8 ore di sciopero dopo gli scioperi a scacchiera dei giorni scorsi a Crevalcore e la mobilitazione non si fermerà: stamattina saranno decise le prossime iniziative. Per il governatore emiliano Stefano Bonaccini «la sospensione è un primo risultato concreto, ma l’opzione irrinunciabile resta quella di togliere dal tavolo la cessazione di attività, illogica e irresponsabile». E il leader di Azione, Carlo Calenda, promette di «attivarsi subito per trovare un investitore di settore».