Professor Cacciari, cosa ne pensa?
È un’idea pubblicitaria, puro marketing elettorale. Saranno andati da un esperto della comunicazione e magari sarà pure efficace. D’altronde anche Elly Schlein voleva mettere il suo nome nel simbolo: siamo in epoca di pura demagogia e populismo. Sa chi mi ricorda?
Chi?
Berlusconi, anche lui diceva sempre: “vota Silvio”. È una mossa in pieno stile berlusconiano. Non a caso c’era un solo precedente di un premier che si è candidato alle elezioni europee: l’ex leader di Forza Italia.
Come si spiega questa decisione?
Il discorso viene da lontano ed è strutturale: in assenza totale di partiti che hanno ceti dirigenti attrezzati, questa può sembrare la soluzione. Nella seconda Repubblica tutti hanno contribuito appassionatamente a distruggere i partiti con le loro strutture interne. Figure come Togliatti, Berlinguer, De Gasperi e Almirante non avrebbero mai fatto una cosa del genere: non si sarebbero mai immaginati di mettere il proprio nome nel simbolo. Ora si crede solo che per prender voti occorra la telegenia, il leader forte, il capo. Siamo ancora in piena epoca berlusconiana.
Che differenza c’è con Elly Schlein che voleva mettere il nome nel simbolo?
Nessuna, se non che la povera Schlein si è dovuta rimangiare la scelta perché era ridicola, mentre Meloni ha ancora un suo carisma forte nell’elettorato.
Anche la candidatura non è reale: Meloni a Bruxelles ovviamente non ci andrà.
Certo che non ci andrà, è una candidatura finta. A differenza di tutti gli altri Paesi noi per le europee facciamo il bis delle elezioni politiche mentre nel resto d’Europa ci sono gruppi politici specializzati che si candidano per il Parlamento Europeo. Movimenti che lavorano insieme e portano a casa risultati importanti come delle lobby con conseguenze economiche notevoli sui rispettivi Paesi. Noi invece ci facciamo sempre del male e trasformiamo tutto in farsa candidando i leader politici.
Dice Meloni che lo fa perché vuole testare il consenso e perché si sente una del popolo lontana dal Palazzo.
Ma in realtà è il contrario: quella di farsi votate per poi non andare al Parlamento Europeo è una presa in giro degli elettori. C’è solo un calcolo politico dietro.
Quale sarebbe?
La scelta di candidarsi e di far scrivere “Giorgia” serve a dare una spinta in più nell’elettorato di destra e di destra-destra galvanizzando gli elettori. Questo perché Meloni non ha mezzo nome spendibile oltre a lei stessa all’interno del suo partito. Vuole solo coprirsi a destra in una elezione molto polarizzata.
Lo fa in risposta alla candidatura di Vannacci con la Lega?
No, non credo proprio. Quello è un autogol clamoroso di Matteo Salvini che non ne sta più imbroccando una. Al Nord i leghisti sono in tilt per Vannacci e non sopportano più il capo.