BATTERE MELONI SI PUÒ
9 Settembre 2024Gabriele Muccino, “Sangiuliano ha distrutto il cinema si respira un clima di autocensura”
9 Settembre 2024Dopo le polemiche il ministro Giuli passerà al setaccio le ultime scelte del predecessore Docimo lascerà la reggenza del museo, al suo posto la giornalista Emanuela Bruni
ROMA — Cambia il ministro della Cultura ma resta il disastro. È la cruda realtà che si trova davanti il nuovo titolare del dicastero Alessandro Giuli, chiamato anche a risolvere guai, alcuni dei quali politicamente imbarazzanti, altri che hanno destato scandalo. Ironia della sorte, prima di tutto, prima ancora di varcare la soglia del Collegio romano, dovrà occuparsi della grana che ruota attorno alla sua successione alla presidenza del Maxxi. Poi gli toccherà scandagliare, e ha tutta l’intenzione di farlo senza sconti almeno così dice chi lo conosce bene – il decreto di nomina firmato in extremis, come atto finale, dal suo predecessore Gennaro Sangiuliano. E soprattutto dovrà dedicarsi all’organizzazione del G7 della cultura, la cui tappa a Pompei ha contribuito a terremotare il dicastero. Adesso potrebbe essere ridimensionata per evitare quei «conflitti di interesse » piombati nelle stanze del ministero e di cui ha parlato l’imprenditrice e influencer Maria Rosaria Boccia, ancora all’attacco: «Genny, le denunce non si minacciano, si fanno, e queste continue minacce hanno il sapore di un’estorsione». A una prima eredità, il neo ministro starebbe ponendo rimedio. In giornata la giornalista Emanuela Bruni, che ha ricoperto anche importanti incarichi a Palazzo Chigi, dovrebbe assumere la presidenza ad interim del museo Maxxi al posto dell’odontoiatra Raffaella Docimo. Quest’ultima è entrata nel consiglio d’amministrazione su indicazione dell’ex ministro, e a maggio era nelle liste di Fratelli d’Italia alle elezioni Europee per volere della caposegreteria Arianna Meloni. A Docimo è andato l’incarico più alto del Museo nazionale delle arti del XXI secolo in quanto consigliera più anziana, ma Giuli starebbe esercitando su di lei una moral suasion affinché lasci il posto. E lei avrebbe pronta la lettera per rinunciare a quest’incarico che non è passato inosservato. «Anche questo curriculum mi sembra idoneo alla carica… », ha ironizzato Boccia, che proprio a un evento elettorale di Docimo ha conosciuto Sangiuliano.
Risolto questo primo caso, legato alla sua successione al Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Giuli troverà sulla sua scrivania al Collegio romano il decreto con cui il suo predecessore ha nominato 18 consulenti con il compito di selezionare i film da sovvenzionare con contributi pubblici. Non è un caso se il testo non è stato ancora pubblicato e in tanti, al ministero e nella compagine di governo, sono pronti a giurare che qualche nome salteràe che sarebbe stata chiesta una frenata e molta cautela.
In bilico ci sarebbe l’avvocata Manuela Maccaroni, conosciuta da Sangiuliano in Rai e da un anno presidente – a titolo gratuito – dell’Osservatorio per la parità di genere del dicastero. Grazie alla nuova nomina dovrebbe incassare invece 15 mila euro. Ma anche a lei si riferirebbe Boccia, a cui era stato promesso un incarico da consulente poi sfumato quando il rapporto con l’allora ministro è diventato personale, per usare le parole di Sangiuliano, quando evoca le «tante donne» coinvolte in questo affaire che ha portato alle dimissioni dell’ex esponente di governo. Quello di Maccaroni è un profilo che rimbalza da tempo in ambienti della Capitale legati alla cultura. Sulla scrivania del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ci sarebbe infattila nomina dell’avvocata come componente del consiglio di amministrazione della Festa del cinema di Roma e i rumors dicono che sarebbe stato proprio Sangiuliano a sponsorizzarla al governatore. E prima ancora il nome di Maccaroni era circolato per un altro cda, quello di Musica per Roma, sempre in quota Regione Lazio.
Nella vicenda delle nomine targate Sangiuliano, anche Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra e consulente per la musica che ora vuole denunciare Boccia: «Ho dato incarico ai legali per valutare ogni azione a tutela della mia reputazione professionale ». Si era auto-assegnata la direzione di un concerto al G7 della cultura a Pompei, che ora Giuli starebbe meditando di annullare insieme alla cena tra i ministri dei 7 grandi Paesi. Sarebbe dunque prevista solo una visita agli Scavi. Senza sfarzo, senza dare troppo nell’occhio e senza possibili conflitti di interessi lasciati in carico ai Beni culturali.