ROMA — Voleva che Maria Rosaria Boccia non andasse in onda. Ha messo in campo una fortissima pressione su Mediaset per frenarla. A sera, il colpo di scena dell’ex amante di Gennaro Sangiuliano – la cui genesi è comunque tutta da esplorare fa saltare l’intervista di Bianca Berlinguer. Ma non può cancellare l’intensità dello scontro in atto tra la premier e la famiglia Berlusconi. Un conflitto che fa ballare il governo. Proviamo a mettere in fila i tasselli di una storia che, al momento, presenta ancora troppi angoli ciechi.
Non c’è un modo diverso per descrivere quanto sta accadendo, se non quello di partire da un sospetto: a Palazzo Chigi, riferiscono fonti di massimo livello vicine alla premier, si è ormai fatta strada la convinzione che i fratelli Berlusconi stiano provando a sgambettare l’esecutivo. L’invito a Boccia rappresenta solo l’ultima scintilla, la superficie del veleno. Sotto, tutto diventa ancora più torbido: congiure, paranoie, polpette avvelenate. Rancori. Di certo c’è soltanto ciò che va dicendo la leader da giorni contro Marina Berlusconi, che voci del cerchio magico meloniano riferiscono senza troppo frenarsi. E l’insofferenza per l’atteggiamento di Pier Silvio.
La rabbia, prima di tutto. Meloni ce l’ha con i due figli di Silvio Berlusconi. Con Pier Silvio, innanzitutto. È venuta a sapere che l’amministratore delegato di Mediaset era a conoscenza dell’invito a Boccia, ma che ha evitato di comunicarlo a Palazzo Chigi. Nulla di dovuto, ma per la premier comunque uno sgarbo, vista la delicatezza del dossier. Sale su una ferita mai rimarginata, provocata dagli audio pubblicati da Striscia La Notizia su Andrea Giambruno, che provocarono la rottura della sua relazione con il giornalista.
Ma non basta. A Palazzo Chigi è giunta voce che l’idea di ospitare Boccia non sia certo stata estemporanea. Diversi talk del Biscione hanno provato a contattarla per la fascia pomeridiana. Alla fine, l’ha spuntata Berlinguer in prima serata. Nel frattempo, da Palazzo Chigi riferiscono – e la prendono malissimo – che Siria Magri, condirettore di VideoNews (e moglie di Giovanni Toti), avrebbe spinto per dare risalto allo scoop (nulla di strano, trattandosi di una notizia di primo piano). E che tutto sarebbe stato portato avanti con l’avallo del direttoregenerale dell’informazione Mediaset Maurizio Crippa. Anche in questo caso, nulla di anomalo. Ma tanto basta ad alimentare le teorie cospirazioniste nel cerchio magico meloniano.
A un certo punto del pomeriggio di ieri, poi, si diffonde anche un’altra voce: Alessandro Sallusti — invitato in studia per intervistare Boccia — ha dato forfait. Il direttore del Giornale, tra l’altro, è l’autore del retroscena sul rischio di un’indagine a carico di Arianna Meloni. Scatta la paranoia: perché si tira indietro? C’entra forse il possibile filo rosso tra i due scandali dell’estate? Alla fine, contrordine: Sallusti conferma la presenza in collegamento (pare tra l’altro dopo insistenza di Mediaset).
Su Marina Berlusconi il discorso si fa ancora più scivoloso. Meloni considera la primogenita del Cavaliere la vera mente politica del gruppo. E l’ispiratrice dell’escalation portata avanti da Antonio Tajani durante l’estate calda dello ius scholae, anticipato da un altro duro intervento sui diritti civili (su questo terreno mi sento più in sintonia con la sinistra, aveva detto). Ora che la situazione sembra sul punto di esplodere, però, ogni dettaglio assume la forma di un complotto: basta ad esempio che a Palazzo Chigi si sia venuto a sapere che uno dei più fidati collaboratori di Gennaro Sangiuliano al ministero della Cultura sia anche in ottimi rapporti con Marina, per alimentare sospetti sull’origine dello scandalo (in realtà, il dirigente sarebbe anche inviso a Boccia, dunque la tesi sembra traballare). Da mesi, d’altra parte, Meloni va dicendo in giro di aver compromesso forse definitivamente il rapporto con gli eredi del Cavaliere. A loro imputa in privato un modus operandi codificato: alzano il prezzo (e la tensione) per pesarsi, e pesare. Dietro, è il ragionamento, ci sarebbe il timore per l’ipotesi che il governo ritocchi al rialzo i tetti pubblicitari per non alzare il canone opzione che potrebbe danneggiare Mediaset – oltre alla minaccia (probabilmente destinata a restare sulla carta) di privatizzare almeno una delle tre reti pubbliche. In fondo, il caso Boccia è specchio della paranoia che ha conquistato cuori e menti in Fratelli d’Italia. «Attenzione a come vi muovete e chi incontrate – ha detto ieri il capogruppo Tommaso Foti ai suoi deputati – E soprattutto: occhio a nani e ballerine…».