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L’assemblea decisiva di Mediobanca è stata rinviata a settembre. La decisione, arrivata a sorpresa poco prima del voto previsto, ha spostato in avanti di 100 giorni un passaggio importante: l’approvazione dell’offerta pubblica di scambio per acquisire Banca Generali. Dietro il rinvio, ufficialmente, c’è la necessità di attendere la posizione delle Assicurazioni Generali, azionista di controllo di Banca Generali. Ma la realtà è più complessa.
Negli ultimi giorni, il fronte dei soci contrari all’operazione si era rafforzato. Figure di peso come Caltagirone e Delfin avevano aumentato le loro quote, insieme ad altri investitori e fondi previdenziali. Si stava creando una maggioranza in grado di mettere in discussione la leadership di Alberto Nagel, alla guida di Mediobanca dal 2003. Il rinvio ha dunque evitato una conta dai risultati incerti e potenzialmente sfavorevoli.
L’offerta su Banca Generali è stata presentata da Mediobanca a fine aprile, con l’obiettivo di rafforzarsi nel settore del risparmio gestito. Il piano prevede di pagare l’acquisizione cedendo la quota del 13% che Mediobanca detiene nelle Generali. Per riuscire nell’operazione, però, serve l’adesione della compagnia assicurativa, che per ora non si è espressa chiaramente. Da qui la richiesta di maggior tempo da parte di alcuni soci per valutare meglio la proposta.
Nel frattempo, si muovono anche altri pezzi sulla scacchiera. Mps, guidata da Luigi Lovaglio, si prepara a lanciare un’offerta pubblica su Mediobanca. Un’iniziativa ambiziosa, che potrebbe cambiare del tutto l’assetto del sistema bancario italiano. La banca senese, pur forte patrimonialmente, ha però limiti sulle risorse da mettere in campo. E la Bce, attenta a non aumentare i rischi di sistema, potrebbe frenare l’operazione se non saranno raggiunte soglie elevate di adesione.
Intanto, sullo sfondo, pesa l’inchiesta aperta dalla procura di Milano sulla recente cessione del 15% di Mps da parte del Tesoro, che ha coinvolto soggetti considerati vicini al governo. Anche questo elemento contribuisce a rendere ancora più incerto il quadro.
Il rinvio dell’assemblea, quindi, non è solo una pausa tecnica, ma un vero colpo di scena. Permette a Mediobanca di guadagnare tempo, ma apre anche la strada a nuove mosse e a nuovi equilibri. Da qui a settembre, tutto può cambiare. La partita è tutt’altro che chiusa.