«Psycho», un concerto di orrore per colpire lo sguardo umano
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5 Ottobre 2022A guardarlo sulle carte geografiche, il Mediterraneo è un mare chiuso, un piccolo oceano circondato da terre che si allungano a sud, a est e a nord.
Allargando il campo di osservazione, scopriamo che è la cerniera naturale tra Africa, Asia ed Europa. Su queste acque si sono combattute battaglie tra le più cruente.
Negli ultimi anni, la globalizzazione politica ed economica sembrava aver relegato il Mediterraneo a una condizione periferica rispetto ai centri di potere e ai grandi sconvolgimenti planetari.
La crisi sociale, i nuovi flussi migratori, l’ascesa e il declino di Tsipras, il sovranismo italiano di Salvini, la crisi dei partiti socialdemocratici, l’autoritarismo imperialista turco, il fondamentalismo dell’Isis, la guerra in Siria e il recente conflitto in Ucraina hanno rimesso il Mediterraneo al centro dei fatti del mondo.
Interrogarsi sulla sua funzione e sul suo futuro è quanto mai necessario per orientare il dibattito e uscire da una visione tutta nord-europeista del bacino.
Dalla crisi del debito a quella della politica europea, dalla crescita dei sovranismi alla nuova ondata dei flussi migratori, Leonardo Palmisano e Dimitri Deliolanes intraprendono un dialogo serrato sul futuro del nostro continente, a partire da quello che ci unisce e che negli ultimi anni è stato invece considerato solo un confine invalicabile e un enorme cimitero.