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11 Settembre 2023Meloni: «Curioso lo stallo Ue sull’intesa Ita-Lufthansa» La replica di Bruxelles: aspettiamo ancora la notifica
La premier: questione sottoposta a Gentiloni. Il rischio di un irrigidimento
M. Gal.
NEW DELHI Sembrava una conferenza stampa quasi in sordina, Meloni aveva appena rivendicato il proprio ruolo nel sostenere il successo della presidenza indiana del G20, discusso di intelligenza artificiale e della preoccupazione che i «governi siano un passo indietro rispetto ai progressi della scienza», assicurato che l’Africa sarà al centro del prossimo G7, a presidenza italiana, che l’anno prossimo si svolgerà in Puglia. Invece prima di volare in Qatar, nel rispondere alle ultime domande, si apre un doppio fronte sia sul dossier Ita-Lufthansa sia sulla nomina alla guida della Bei. Un fronte che di nuovo vede da una parte Roma e dall’altra Bruxelles e le autorità della Commissione.
È la stessa Meloni a mettere in chiaro le richieste italiane. Per l’accordo tra Ita e Lufthansa, sostiene il governo italiano, non è ancora arrivato il via libera della Concorrenza europea e per la premier è «curioso che la Commissione che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta a Gentiloni da Giorgetti», che ne ha parlato con il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner. Alla «sorpresa» registrata negli uffici di Gentiloni — nuovamente chiamato in causa — si associa anche il fatto che una richiesta pubblica di interessamento su un dossier che non è di competenza del commissario italiano provoca l’immediato irrigidimento di chi sta seguendo l’operazione. Un errore di grammatica istituzionale «controproducente». Mentre dall’Ue fanno sapere che la Commissione non ha ancora ricevuto la notifica dell’intesa.
Altro punto è la nomina del presidente della Banca europea per gli investimenti. L’Italia ha candidato l’ex ministro del governo Draghi, Daniele Franco. Ma in corsa ci sono anche la vice premier spagnola Nadia Calviño e proprio la commissaria danese alla Concorrenza Margrethe Vestager. Anche in questo caso la premier è stata esplicita: «Abbiamo candidato alla Bei una figura tecnica riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica. Leggo nel dibattito in corso scelte che potrebbero essere politiche, ma sarebbe un errore — avverte —. Se dovessimo sottomettere le massime istituzioni finanziarie europee a scelte di partito mineremmo la terzietà di queste istituzioni, dobbiamo essere molto prudenti». La partita per la Bei è aperta e l’Italia cerca alleati. Giorgetti ha chiesto a Lindner l’appoggio tedesco e Meloni potrebbe aver chiesto sostegno al cancelliere Scholz con cui ha parlato a margine dell’omaggio al mausoleo di Gandhi.
Infine l’incontro con il premier cinese. Meloni ha formalmente negato di aver già preso una decisione sull’accordo (che l’Italia dovrebbe non rinnovare) sulla Via della Seta, cercando di ridimensionare l’importanza della scelta, che sarà fatta con «una valutazione di merito anche sui risultati». «Noi — ha ribadito — abbiamo un partenariato strategico con la Cina e quindi c’è il tema della Belt and Road Initiative, ma non è l’unico elemento che costruisce il nostro rapporto. Come è dimostrato dalle altre nazioni europee che in questi anni non hanno fatto parte della Via della Seta e tuttavia hanno stretto con la Cina rapporti a volte più vantaggiosi dei nostri». Con Li, ha assicurato, c’è stato un «dialogo costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale» e la decisione che l’Italia prenderà «non compromette nulla nei nostri rapporti». Mentre sulla visita a Pechino, «ci andrò quando avremo sul dossier elementi maggiori e più chiari».