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12 Aprile 2023Fossi & co all’evento contro i centri per il rimpatrio. L’appello di Nardella: serve trovare una soluzione
Jacopo Storni
Boom di sbarchi in Sicilia, altri migranti in arrivo in Toscana. Se a marzo 2022 nelle strutture d’accoglienza della nostra regione c’erano 5.523 immigrati, oggi arrivano a quota 8 mila circa, di cui 6 mila nei Cas (centri di accoglienza straordinaria) e quasi 2 mila nei Centri Sai (sistema accoglienza integrazione). Le strutture sono piene e il sistema, con oltre 150 arrivi a settimana (il 30% soltanto a Firenze), rischia di non reggere.
Il Governo Meloni ha dichiarato ieri pomeriggio lo stato di emergenza, misura che intende snellire le procedure di accoglienza per chi ha i requisiti e l’identificazione di chi invece dovrà essere rimpatriato. E proprio il tema dei rimpatri torna al centro del dibattito nazionale e regionale. Il governo è stato chiaro e vuole un centro per il rimpatrio per ogni regione, Toscana compresa. Ma la Regione si dice contraria e il Pd, in Toscana, si spacca, con il segretario Fossi fermamente contrario (in linea con la neo segretaria nazionale Schlein) e con i sindaci Nardella e Biffoni che invece appaiono favorevoli. «Ho grande rispetto per le decisioni del mio partito — ha detto Nardella — ma pongo sommessamente questo tema, ovvero trovare una soluzione al problema degli immigrati irregolari che delinquono nelle nostre città, è un problema serio su cui c’è la necessità di trovare strumenti normativi ed operativi efficaci per accompagnare al confine i migranti irregolari che delinquono. Se non contrastiamo questo fenomeno rischiamo di indebolire i grandi sforzi che facciamo sul piano dell’accoglienza e delle politiche di immigrazione su cui siamo molto impegnati».
E se fino a qualche mese fa il governatore Giani si era mostrato possibilista al Cpr, adesso la Regione è nettamente contraria a queste strutture, tanto che lunedì prossimo i due assessori all’immigrazione e al sociale Stefano Ciuoffo e Serena Spinelli parteciperanno al convegno dal titolo inequivocabile «No al Cpr», promosso da Arci, Asgi e Accoglienza non governativa.
«I Cpr non servono alla Toscana e nemmeno al Paese — ha detto l’assessore Ciuoffo — Il governo, invece di dare risposte semplicistiche ad un fenomeno assai complesso come quello dei flussi migratori, dovrebbe cambiare la legge Bossi-Fini che genera immigrati irregolari più che occuparsi delle modalità con cui questi cittadini possano integrarsi nelle nostre comunità». Parole simili dall’assessora al sociale Spinelli: «I Cpr non sono luoghi per gestire correttamente l’immigrazione, ma veri e propri luoghi di detenzione, oltretutto destinati non a chi ha commesso reati, ma a chi è privo di documenti di soggiorno. Non rappresentano una soluzione e non sono neppure efficaci dal punto di vista degli effettivi rimpatri, per i quali in realtà sono necessari accordi con i Paesi d’origine. L’immigrazione non dovrebbe più essere trattata in modo emergenziale, ma come un fenomeno strutturale. Per questo il Governo dovrebbe piuttosto rifinanziare adeguatamente i bandi per i progetti di Cas e soprattutto della rete Sai».È invece favorevole al Cpr il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (Fdi), che giudica «incomprensibile» il dietrofront della Regione sul tema. «A fine 2022 l’allora prefetto di Firenze Valenti convocò una riunione con gli enti locali sul Cpr e tutti sembravano favorevoli». Ma accoglierebbe un Cpr sul territorio pistoiese? «Lo deciderà il prefetto».
Un tema, quello dei Cpr, al centro anche dell’inchiesta giornalistica condotta da Altreconomia sulle condizioni dei migranti che vivono dentro queste strutture, soprattutto in riferimento all’abuso di psicofarmaci. Nei Cpr, spiega l’inchiesta, «emerge l’utilizzo di antipsicotici e antiepilettici senza un’adeguata presa in carico psichiatrica».
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