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Il ddl Santanchè: dalla terza casa stop alla cedolare secca. Firenze, Nardella chiede autonomia
Mauro Bonciani Claudia Voltattorni
Un Codice identificativo nazionale su campanelli, annunci online e palazzi. Almeno 2 notti di soggiorno. E poi rispetto degli obblighi di igiene, sicurezza e antincendio, così come avviene per le strutture alberghiere. Il tutto con sanzioni fino a 8 mila euro per chi non si adegua. Anche l’Italia si avvia ad avere una regolamentazione sugli affitti brevi. Dopo Barcellona, Parigi, e l’ultima stretta di New York, che limita le locazioni brevi solo dove vive anche l’host, il proprietario di casa. Annunciato più volte, è arrivato il disegno di legge del ministero del Turismo che in 8 articoli disciplina «le locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche».
Si tratta di una stretta ulteriore rispetto al testo presentato alle categorie in maggio, che definisce regole uniformi per tutta Italia per «contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore». Arriva il Cin, il Codice identificativo nazionale, obbligatorio e assegnato dal ministero per gli affitti brevi: dev’essere esposto sull’abitazione e sull’edificio e segnalato sull’annuncio online con il numero dei posti letto. Senza, le sanzioni arrivano a 8 mila euro. È previsto poi un tetto minimo di 2 notti (nei 14 comuni metropolitani e nelle città d’arte) di permanenza. Un limite che non piace però all’Aigab, l’associazione italiana gestori affitti brevi, che lo considera «un favore agli albergatori». Ma Federalberghi è soddisfatta a metà. Il presidente Bernabò Bocca aveva chiesto che il tetto salisse a 3 giorni: «Si sarebbe evitata la concorrenza agli alberghi — spiega al Corriere —, soprattutto nel weekend». Salta la deroga per le famiglie numerose: se scelgono case private, devono restare almeno 2 giorni.
Si abbassa a 2 — da 4 —, il limite massimo di case da destinare alla locazione breve usufruendo dell’agevolazione della cedolare secca: da 3 in su il proprietario diventa imprenditore e dovrà rispettare la relativa disciplina. Una scelta che ha fatto saltare sulla sedia le associazioni Aigab, Confedilizia, Fiaip e Prolocatur che in una nota congiunta bocciano il ddl «palesemente mirato a contrastare l’ospitalità in casa a vantaggio di quella in albergo» e parlano di «deriva liberticida rispetto al diritto costituzionalmente garantito di poter affittare liberamente il proprio immobile». Tra le nuove regole (contestate), c’è anche il rispetto degli adempimenti su sicurezza, igiene e anti-incendio. «Sono molti anni che si aspettava un intervento specifico — dice la ministra Daniela Santanchè —, abbiamo affrontato la situazione degli affitti brevi già mesi fa avviando tavoli di confronto con associazioni, Regioni e sindaci: questa nostra proposta serve per formulare soluzioni efficaci ed efficienti che possano essere condivise».
Ma intanto c’è già il caso Firenze, la prima città in Italia, con i suoi 15 mila alloggi affittati a turisti, a muoversi senza attendere governo e Parlamento. In giugno, è stata introdotta la nuova classificazione di «residenza temporanea» per gli affitti brevi turistici, sotto i 30 giorni, che vieta nuove residenze temporanee nell’area Unesco. Sarà in vigore da novembre. Ma già 4 mila proprietari di case si sono affrettati ad iscriversi al registro delle locazioni turistiche, per eludere il blocco. E sulla bozza Santanchè il sindaco Dario Nardella dice: «È un primo timido passo avanti, ma servono più poteri ai sindaci».
Airbnb, la messa in scena della bozza Santanché
Il primo effetto prodotto dalla bozza di un disegno di legge di regolazione degli affitti brevi (Airbnb) preparato dal ministero del Turismo Daniela Santanché tra i comuni più esposti all’economia turistica predatoria è stato di delusione. «Non produrranno alcun effetto per Milano – sostiene l’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran – Sull’ospitalità turistica l’unica cosa che cambia, secondo la proposta fatta dal governo, è che si può affittare un appartamento per almeno due notti. Si tratta di un’occasione persa. È come dire che non cambia niente». «Non risolve nulla. È gravissimo che il governo si ostini a non riconoscere alle amministrazioni comunali democraticamente elette il diritto di decidere in quali zone limitare le nuove aperture» aggiunge l’assessore al Turismo di Roma Capitale Alessandro Onorato.
«TIMIDO PASSO in avanti, ma la mossa da sola serve a poco – sostiene il sindaco di Firenze Dario Nardella – Il limite dei due alloggi per essere efficace dovrebbe anzitutto valere in assoluto per ciascun proprietario persona fisica o giuridica sulla piattaforma online. I sindaci delle città metropolitane avevano chiesto, come un tetto massimo di giorni per alloggio e soprattutto la zonizzazione, ossia poteri specifici ai comuni per limitare tout court anche temporaneamente gli affitti turistici in determinate zone della città a particolare valore storico e con particolare concentrazione del fenomeno. Andremo avanti con la nostra delibera urbanistica».
«DI FATTO – dice Marco Celani, presidente dell’Associazione italiana gestori affitti brevi (Aigab) e amministratore delegato di Italianway – sono state accolte richieste del mondo alberghiero volte a introdurre limitazioni, restrizioni incomprensibili e a rendere più complicata la vita del proprietario». L’associazione, con Confedilizia, Fiaip e Prolocatur parla di «deriva liberticida rispetto al diritto costituzionalmente garantito di poter affittare liberamente il proprio immobile». «Alcuni nostri suggerimenti sono stati accolti – afferma il presidente di Assohotel Confesercenti Vittorio Messina – Ma il cuore del problema resta lo squilibrio tra le tipologie ricettive: gli alberghi sono sottoposti ad un prelievo fiscale più oneroso e sostengono costi maggiori per essere in regola con la normativa».
NELL’ATTUALE BOZZA emergono alcune differenze rispetto a quella discussa a maggio. È stato confermato l’obbligo del Cin (Codice identificativo nazionale) per ogni immobile, anche se non è specificato se può essere chiesto dal proprietario o da un gestore. Potrà essere assegnato direttamente dalle regioni, ai comuni spetta il compito di controllare che sia ben segnalato dagli «host» in ogni canale di promozione, dalle piattaforme social alla stessa porta di ingresso dell’immobile e dell’edificio. È stata ribadita la durata minima delle due notti nelle aree del centro storico, artistico e di particolare pregio ambientale, comprese le zone circostanti con medesime caratteristiche ma senza alcuna deroga che invece era prevista a maggio nel caso di conduttore con un nucleo familiare numeroso. Scenderà da 4 a 2 immobili il limite che il proprietario può destinare alla locazione breve ed essere tassato con cedolare secca. Inasprite le multe fino a 5mila euro per chi affitterà una casa per una sola notte e fino a 8mila a chi concede in locazione un immobile privo di Cin.
NON MANCA, nello stile del governo, il lato securitario: non potrà affittare un appartamento chi ha riportato condanne a pene superiori a tre anni o chi è stato «dichiarato delinquente abituale, professionale». Chi ha scontato la pena non può andare in vacanza.