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9 Dicembre 2024Amazing Grace
9 Dicembre 2024Monsignor Gaetano Bonicelli compie cent’anni, festa con vescovi e cardinali: «Quando Wojtyla rifiutò le mie dimissioni»
L’arcivescovo emerito originario della Val di Scalve sarà festeggiato il 13 dicembre, giorno del suo compleanno, a Bonate Sopra. I tanti ricordi e la vita fra sei papi
Il paradiso può attendere. Il Capo Supremo, come lo chiama, ha deciso che per lui non è ancora tempo e che quaggiù l’arcivescovo emerito Gaetano Bonicelli possa spegnere in amoris laetitia le cento candeline. Ci soffierà sopra il giorno di Santa Lucia («una santa simpatica, perché ci sono santi simpatici e altri che lo sono meno», chiarisce in base a un suo originale senso agiografico), in una giornata di grande festa. Gliel’hanno organizzata a Bonate Sopra con un solenne pontificale presieduto dal cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo (nella chiesa parrocchiale alle 10.30) a cui seguirà un pranzo conviviale in oratorio. «Spero solo che le gambe mi reggano», dice il festeggiato che da qualche tempo si aiuta con il bastone. Se non fosse il centenario di un arcivescovo che ha conosciuto sei papi, interfacciandosi variamente con loro, potrebbe essere la festa per un prete novello. Cosa che a lui non dispiacerebbe perché ha sempre detto di sentirsi «semplicemente un prete». Don Tano, come lo chiamano gli amici, con 76 anni di messa, ha la stola nell’ultimo cassetto della scrivania del buen retiro nel santuario di Stezzano: «Nel caso qualcuno che mi viene a trovare voglia farsi confessare, io sono pronto».
Gli auguri dalla Santa Sede e la mente lucidissima
Cento di questi giorni, l’augurio che si fa ad ogni compleanno, lui li ha vissuti davvero e altrettanti gliene si possono augurare, perché a questo traguardo ci è arrivato alla grande. A Dio piacendo e a parte qualche piccolissimo disturbo d’udito e ultimamente le gambe che fanno «giacomo-giacomo», null’altro. Monsignor Bonicelli c’è, con un pensiero lucidissimo e un’infinità di ricordi, ancora perfettamente conservati nella memoria e pure fissati in un volume biografico pubblicato in piena estate, sei mesi fa, quando la data del 13 dicembre era ancora lontana e lui, scaramanticamente, faceva finta di nulla. Come sta succedendo in questi ultimi giorni di vigilia che sta trascorrendo come se niente fosse, malgrado fiocchino sulla sua scrivania e nella cassetta della posta (elettronica, of course) messaggi di auguri dalla Santa Sede in giù.
Ordinato nel 1948, don Tano viene consacrato vescovo il 25 agosto del 1975 per volere di Paolo VI che, da cardinale, era capitato qualche volta in vacanza nella sua Vilminore. «Il paese dove c’erano le campane che suonavano sempre e che non mi lasciavano riposare», rimarcò Papa Montini incontrando un giorno in udienza i genitori di Bonicelli. Del resto, quasi un segno del destino, anche Papa Giovanni XXIII, quando ancora era solo monsignor Angelo Roncalli, spesso si era recato in vacanza a Vilminore dalla famiglia di Ernesto Bonicelli, il nonno di monsignor Gaetano, legato a Papa Giovanni da un rapporto di confidenza e rispettosa amicizia. «Due papi a Vilminore non è una cosa che capita in tutti i paesi e infatti in chiesa ci sono le due formelle dei papi», ricorda, rivelando di essere stato in «confidenza assoluta» anche con Papa Luciani.
Quando Luciani gli disse: «Non diventerò mai Papa»
«Lui era vicepresidente della Cei e io come segretario, sempre della Cei, per questioni burocratiche ero spesso suo ospite quando era patriarca a Venezia. Il giorno prima che iniziasse il conclave ho incontrato monsignor Luciani in piazza Sant’Ufficio. “Eminentissimo, quando cambi il colore del berrettino da rosso a bianco?”, gli chiedo. Lui ha riso: “Stia tranquillo, non solo non ci penso, è impossibile. Non potrei comunque accettare per il cuore e la salute”. Due giorni dopo era Papa Giovanni Paolo I».
Piccini, l’ex sindaco del Pci diventato amico
Dopo aver concluso l’Ordinariato militare, a 65 anni nel 1989, la nuova destinazione di don Tano è da arcivescovo di Siena. «Era una diocesi delicata per la Chiesa — riavvolge il nastro —, la città era governata da sempre dal Pci, con Pierluigi Piccini, sindaco del partito dal 1990 al 2001. Con lui ci ho anche litigato, ma per una serie di motivi ha cominciato ad andare a messa. Piccini era dipendente del Monte del Paschi di Siena, una banca che in città era una potenza che controllava tutto, siamo sempre rimasti in contatto».
Papa Giovanni Paolo II e le dimissioni rimbalzate
A Siena don Tano darà le dimissioni a 75 anni: «Le mandai al cardinal Re che era sostituto alla Segreteria di Stato, ma il Papa, che era Giovanni Paolo II, non le accettò, dicendo a Re: “Bonicelli? Ma sta meglio di me, tu digli che stia lì”. Allora mandai due righe ai preti della diocesi: “Contrordine, della successione siete in tempo a parlarne tra un po’ di tempo perché il Papa ha deciso”. E sono rimasto lì ancora per due anni e mezzo». E chissà che venerdì questo episodio non ritorni a far capolino nei discorsi dei due protagonisti, perché con il cardinal Re saranno una quindicina tra cardinali, arcivescovi e vescovi a festeggiare in presenza don Tano, per il quale la prima vera festa della vita fu la prima Comunione nel 1931: «Quel giorno tutti mangiarono ancora polenta, mentre a me diedero un panino bianco. Perché ero io il festeggiato».