Spunta una consulenza dell’ex direttore degli Uffizi per il Riyhad Art Program, mentre Meloni a suo tempo attaccò Renzi per i suoi rapporti con la monarchia araba
di Ernesto Ferrara
Tomaso Montanari vicino alla resa. Solo un miracolo può ormai salvare il progetto che il rettore teorizza da gennaio di mettere su una larga coalizione a sinistra anti Pd a Firenze. Cecilia Del Re si è sfilata candidandosi due giorni fa e sogna un endorsement del rettore, Dimitri Palagi non ha mai ritirato la sua di candidatura e pure lui auspica «una convergenza » con Montanari ma su di lui. Soprattutto sono però i 5 Stelle a continuare a tenersi alla larga dal rettore, ancora impegnati in un dialogo col Pd per i cui effetti ora si aspettano i risultati della Basilicata. E il naufragio del tentativo montanariano adesso è scenario concreto. Lo stesso prof lo evoca. Senza voglia di ritorsioni, chiarisce: « Se falliamo, bandiera bianca: non farò rappresaglia, non farò una lista nuova che provi a portare via i voti a chi non ha voluto unirsi agli altri». «Non sarà la resa dell’associazione 11 Agosto, ci vorrà tempo ma non ci arrendiamo» prova ad autoconsolarsi Montanari.
Ma se a sinistra sono dolori anche a destra adesso per il candidato spunta una grana. Una consulenza destinata a far discutere di Eike Schmidt, ben visibile sul portale trasparenza del sito internet degli Uffizi di cui era direttore. Si tratta della nomina come esperto del comitato direttivo del Riyhad Art Program, programma di rilancio artistico di Riyadh. Avviato il 3 settembre 2020 e ancora attivo, l’incarico è valido fino al30 agosto 2025 e a Schmidt frutterà alla fine 44.832 euro, circa 30 mila già saldati al candidato sindaco del centrodestra. Il fatto è che il progetto a cui lavora Schmidt è uno dei vanti del regime di Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita di Mohamed Bin Salman, sovrano discusso in Occidente e “costato” piuttosto caro in termini di polemiche a Matteo Renzi. Per le sue collaborazioni con l’Arabia Saudita il leader di Italia Viva è da anni al centro di attacchi, tanto più dopo il caso del giornalista Jamal Kashoggi, ucciso nel 2018 nel consolato di Riad a Istanbul. La stessa Giorgia Meloni da presidente di Fratelli d’Italiacriticava parecchio il leader di Iv: «Le parole di Renzi che esaltano il regime dell’Arabia Saudita sono vergognose e inaccettabili » tuonava nel febbraio 2021. « E non è solo Renzi che deve chiarire i suoi rapporti col principe saudita, sono anche tutti i partiti, sinistra in testa, che hanno sempre taciuto sugli Stati integralisti islamici che in nome della Sharia calpestano ogni diritto umano. Fratelli d’Italia è da sempre l’unica forza che ha il coraggio di denunciare i metodi usati da Stati come l’Arabia Saudita » . Da quando è premier la musica è cambiata, Meloni ha stabilito rapporti con l’Arabia. Ma ancora a novembre scorso in Parlamento è tornata a rinfacciare a Renzi i rapporti coi sauditi: «Il prezzo della benzina sale? Ci aiuti lei senatore Renzi con i suoi rapporti con il suo amico Bin Salman » . Non sapeva evidentemente che con l’Arabia Saudita anche l’uomo che il suo partito ora candida sindaco a Firenze ha floridi rapporti e una consulenza. Schmidt daRadio Bruno intanto attacca: «Il traffico è peggiorato, le piste ciclabili spesso sono finte. Va aumentata la Tari, la tassa sui rifiuti, a fast food e minimarket » . « Schmidt ha sempre avuto grande spirito di servizio…per sè » lo attacca intanto l’ex direttore degli Uffizi Antonio Natali, che si candida alle Europee per l’Alleanza Verdi- Sinistra. Anche Dario Nardella oggi è in campagna per le Europee con l’altro Schmidt, Nicolas Schmit, candidato tedesco Pse alla presidenza della commissione Ue.