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11 Febbraio 2024Al Puccini il battesimo dell’associazione 11 agosto. Il rettore chiama a raccolta per una lista civica
Luca Gasperoni
«Sogno una lista civica che sia perno di una grande coalizione per le elezioni. Una lista civica che sia un soggetto diverso e completamente autonomo dall’associazione, con un altro nome, capace di cucire in una coalizione tutte le forze che a Firenze vogliono un cambiamento. Questa sembra proprio la volta buona», annuncia dal palco del teatro Puccini il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, tratteggiando i contorni politici di un esperimento nato con l’obiettivo di «riparare la città».
Sullo sfondo il simbolo, ponte di Santa Trinità spezzato da un solo rosso, in platea oltre mille persone con centinaia assiepate fuori ad ascoltare dall’altoparlante esterno le parole di battesimo dell’associazione 11 agosto che si propone come la novità politica della corsa elettorale di giugno. Senza però avere ancora sciolto le riserve sul potenziale candidato sindaco, sicuramente non Montanari «posso candidarmi come capolista per il Consiglio comunale se necessario» forse la presidente dell’associazione Daniela Morozzi, e il rebus delle alleanze con ben tre pretendenti. In pista ci sono la piattaforma Firenze democratica dell’ex assessora Cecilia Del Re la coalizione guidata da Sinistra progetto comune e il Movimento 5 stelle. Fuori dai giochi invece il Pd, attaccato più volte, così come «i fascisti e i sauditi», le sferzate con cui il rettore etichetta le forze di centrodestra e Italia Viva. Punti da affrontare nelle prossime settimane, con lo sguardo rivolto al prossimo appuntamento: il 25 febbraio, in parallelo all’evento di Del Re, alla comunità delle Piagge di Don Santoro.
«Siamo qua per uscire dalla trappola, per parlare un’altra lingua, per immaginare un’altra politica. Non ho risposto agli insulti, anche personali, piovuti in questi giorni, e non lo farò. Non ci interessa quel modo di parlare, non è il nostro. Vogliamo costruire, non rottamare: siamo già troppo in mezzo alle macerie», sottolinea Montanari durante il discorso di apertura a cui seguiranno gli interventi, tra gli altri, della giornalista e vicepresidente dell’associazione, Sandra Gesualdi, del magistrato Beniamino Deidda, della scrittrice Sandra Bonsanti, del sindacalista Cgil Daniele Calosi, dell’attivista green Andres Lasso e di membri del collettivo Gkn.
In platea ci sono un migliaio di persone dove spiccano le varie delegazioni politiche, planate al Puccini per segnalare l’interesse a una possibile convergenza politica: c’è la consigliera di Spc, Antonella Bundu, i tre consiglieri comunali di Firenze democratica ma non Del Re, e praticamente metà del M5s fiorentino, dai rappresentanti a Palazzo Vecchio fino alla coordinatrice regionale, Irene Galletti, e al deputato Andrea Quartini. Tutti in competizione per un accordo che probabilmente escluderà i restanti. Assenti invece gli esponenti dem, segno di una distanza al momento incolmabile, come dimostrano le bordate di Montanari che sogna di ripetere quanto accaduto a Campi Bisenzio.
«La nostra Toscana passa a destra perché il governo di questo Pd assomiglia sempre di più a un sistema di potere, di spartizione. Un sistema che garantisce solo chi ne fa parte. Un ufficio di collocamento che trova lavoro solo ai suoi dirigenti. Quando oggi ci dicono che va tutto bene la cosa grave è che ci credono davvero. Poi nel mirino ci finisce Sara Funaro. «La candidata scelta dal sindaco Nardella — imposta con l’arroganza della paura da un Pd fiorentino che più lontano dalle idee Schlein non potrebbe essere — ha dichiarato che a Firenze ‘l’unica discontinuità possibile è la destra’. Cioè: chiunque vorrebbe cambiare qualcosa quindi dovrebbe votare per i camerati della Meloni». Poi il rettore snocciola, tra una citazione di Don Milani e una di Rosselli, i punti salienti del programma impostato come un decalogo.
In cima alla lista delle priorità c’è l’overtourism «sembra che non si possa più dire che Firenze è andata a puttane» e l’emergenza casa, raccogliendo le istanze del referendum sugli studentati di ‘Salviamo Firenze’, l’ambiente e la sicurezza «fatta di telecamere e porte sprangate, una strategia così miope». Nel mezzo un grande no a Multiutility ed ampliamento dell’aeroporto di Peretola. «Firenze c’è, aspetta solo un cenno per riprendersi in mano il suo presente e il suo futuro», conclude Montanari.
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