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22 Luglio 2022De Mossi la butta in politica…
22 Luglio 2022Il cardinale Lojudice guiderà entrambe le diocesi. Betori: «Sperimentiamo qui la nuova traccia della Chiesa»
Aldo Tani
Montepulciano (Siena) Montepulciano continuerà a fare parrocchia a sé, ma avrà un’autonomia più limitata. Complice l’investitura di Augusto Paolo Lojudice a vescovo della diocesi che comprende anche Chiusi e Pienza.
Il cardinale, guida spirituale di Siena, avrà il compito di seguire la comunità della Valdichiana dal 3 settembre, sostituendo il vescovo Stefano Manetti. Di fatto, anche se di facciata restano due sedi distinte, l’azione politica sarà condotta da un’unica persona. Non è detto che sia il preludio a un accorpamento definitivo. Sicuramente, questa operazione va nella direzione tracciata da Papa Francesco. Il pontefice, sin dall’inizio del mandato, aveva esortato la Cei a lavorare per ridurre il numero delle diocesi.
Un intervento condotto più sulle figure che sulle strutture fisiche, soprattutto quando, come in questo caso, la distanza è ragguardevole. Situazione ben nota a chi abita in Valdichiana, al punto da rumoreggiare non appena la notizia di un possibile avvicendamento di Manetti si era diffusa. In sua difesa si erano mossi anche i sindaci della zona che ne avevano richiesto la permanenza sul territorio. «Il ruolo del vescovo nel nostro territorio non è solo quello pastorale — aveva dichiarato Giacomo Grazi, presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana —. Monsignor Manetti oltre a curare i rapporti con gli enti territoriali e la società civile, è partecipe in prima persona nella comunità».
Sentimento diffuso soprattutto nel periodo pandemico, dove l’isolamento forzato aveva reso ancora più distante il capoluogo. Lojudice, con una radicata inclinazione a occuparsi degli ultimi, ha scritto una lettera ai suoi prossimi parrocchiani: «Vorrei incontrare le parrocchie e le comunità, poterle conoscere come sono, nella loro realtà e concretezza. Spero di riuscire a condividere almeno un po’ la vita di tutti voi confratelli sacerdoti, con quella “nostalgia della parrocchia” che porto sempre nel cuore».
«La scelta del Papa di unire “in persona episcopi” le due diocesi consente di sperimentare in Toscana la traccia del più generale cammino sinodale intrapreso come Chiesa italiana» commenta Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.
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