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25 Febbraio 2023di Emilio Parodi
MILANO (Reuters) – Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è fra gli indagati dell’inchiesta della procura di Brescia che ipotizza il reato di abuso d’atti d’ufficio nelle gestione da parte di magistrati milanesi di due fascicoli d’indagine su Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS).
Lo riferisce una fonte a diretta conoscenza del dossier dopo che la notizia è stata pubblicata oggi dal quotidiano La Verità.
Da Banca d’Italia fanno sapere che al governatore non è stato notificato alcun atto e che l’istituto valuterà la veridicità delle affermazioni riportate.
L’iscrizione del governatore è un atto dovuto, conseguente agli esposti presentati dal consulente di fondi e azionisti di Mps, Giuseppe Bivona, e a una segnalazione della procura generale di Milano su un consulente dei pm del capoluogo lombardo, spiega la fonte vicina alla vicenda.
Visco risulta iscritto nel registro degli indagati per “false comunicazioni sociali”, perché è l’ipotesi di reato avanzata negli esposti dei querelanti, e con l’ipotesi contenuta nella querela deve essere iscritto per atto dovuto chi viene denunciato.
Nella denuncia si sostiene che Bankitalia fra il 2012 e 2015 avrebbe ricevuto, senza che l’organo di vigilanza si muovesse di conseguenza, 27 esposti in cui si segnalavano ipotesi di falsi in bilancio a carico degli allora vertici di Mps.
DOPO ARCHIVIAZIONI, ATTI TORNEREBBERO A MILANO
La procura di Brescia, chiamata a occuparsi della vicenda perché competente per i procedimenti che coinvolgano magistrati di Milano, ha già chiesto e ottenuto l’archiviazione per i tre pm milanesi che si occuparono del primo fascicolo oggetto degli esposti, quello sulla gestione dell’inchiesta a carico dell’ex presidente di Mps Alessandro Profumo e dell’ex AD Fabrizio Viola sulle operazioni Alexandria e Santorini.
Per quel che riguarda il secondo fascicolo milanese – quello sui crediti deteriorati della banca senese, sempre a carico di Profumo, Viola e altri – Brescia ha chiesto l’archiviazione per l’ex procuratore capo di Milano, Francesco Greco.
Sulla richiesta, dopo l’opposzione presentata dai denuncianti, deciderà un giudice dell’udienza preliminare a Brescia il prossimo 12 aprile.
Nel caso venisse accolta la richiesta di archiviazione, la posizione degli altri indagati, oltre a Visco due funzionari di Consob, due di Bankitalia e tre consulenti dei pm milanesi, verrà rimandata indietro alla procura del capoluogo lombardo.
Qui, dice la fonte a diretta conoscenza del dossier, si prevede che la soluzione più probabile sarà l’archiviazione di tutti gli indagati rimasti.
SANTORINI, ALEXANDRIA E I CREDITI DETERIORATI
Il primo fascicolo al centro della vicenda ha origine dall’inchiesta condotta dalla procura di Milano a carico di Viola e Profumo per falso in bilancio e aggiotaggio in relazione alla contabilizzazione deiderivati Santorini e Alexandria fra il 2012 e il 2015.
La procura di Milano aveva chiesto già al termine delle indagini preliminari l’archiviazione del fascicolo, ma l’opposizione di alcuni piccoli azionisti era stata accolta da un primo giudice che aveva disposto l’imputazione coatta.
Un altro Gup, nell’aprile 2018, aveva poi rinviato a giudizio i tre imputati, nonostante la procura avesse chiesto nuovamente il loro proscioglimento sostenenedo che avessero seguito le indicazioni di Consob e Bankitalia nella scelta del metodo di contabilizzazione delle due operazioni.
Nell’ottobre 2020, il Tribunale aveva poi condannato a sei anni di reclusione Viola e Profumo, nonostante la procura avesse ancora chiesto la loro assoluzione, mentre le parti civili, in rappresentanza dei piccoli azionisti, criticando la posizione dei pm, ne avevano chiesto la condanna.
Gli imputati, che hanno sempre respinto le accuse,channo fatto ricorso e il processo d’appello deve ancora iniziare.
Dopo la condanna in primo grado, Bivona presentò un esposto contro i tre pm, Stefano Civardi, Giordano Baggio e Mauro Clerici, che sono stati poi archiviati dal giudice di Brescia.
Il secondo fascicolo bresciano, si occupa invece dell’indagine condotta dalla procura di Milano sulla contabilizzazione dei crediti deteriorati della banca senese dal 2012 alla relazione finanziaria semestrale del 29 luglio 2016.
Anche in questo caso i pm chiesero l’archiviazione.
I piccoli azionisti presentarono opposizione e il giudice milanese Guido Salvini nel luglio 2019 respinse la richiesta di archiviazione chiedendo nuove indagini.
Il giudice in particolare citò una consulenza da lui disposta che avrebbe contraddetto quanto ricostruito dai periti della procura.
Al termine della ulteriore inchiesta, la procura di Milano nel dicembre scorso ha chiesto il rinvio a giudizio, fra gli altri, di Profumo, Viola e dell’ex presidente Massimo Tononi per falso in bilancio e manipolazione del mercato.
Un giudice dovrà fissare una udienza preliminare al termine della quale stabilirà se accogliere le richieste di processo avanzate dai pm o prosciogliere gli imputati.
Anche per questa vicenda venne inviato un esposto alla procura di Brescia, che, come detto, ha presentato richiesta di archiviazione per l’ex procuratore capo di Milano.
(Emilio Parodi, editing Giselda Vagnoni, ; +39 06 8030 7744)