Zuppi: scegliere tra parrocchia e politica? È giusto, noi fuori dalle contese elettorali
21 Febbraio 2024Van Morrison – Ballerina / Move On Up (live at the Hollywood Bowl, 2008)
21 Febbraio 2024Scaduto il lock-up di 90 giorni. piazza meda nega l’interesse
Francesco Spini
Il Tesoro torna a essere libero di vendere titoli del Monte dei Paschi di Siena: lunedì è scaduto il lock-up di 90 giorni, ossia l’impegno a non procedere a ulteriori cessioni dopo il primo collegamento di fine novembre di cui era stato oggetto il 25% della banca, di cui ora lo Stato detiene ancora il 39,23%. E, puntualissime, con l’occasione, tornano le voci di un possibile ingresso nella partita del Banco Bpm.
Contattato, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna «smentisce decisamente ogni ipotesi di aggregazione», facendo notare come l’unico focus resti il piano “stand alone” recentemente approvato. Eppure l’uscita della Crt guidata da Fabrizio Palenzona dal capitale di Piazza Meda ha riacceso le speculazioni. A stupire molti è stato il tempismo dell’ente torinese, che – pur soddisfatto del ritorno garantito dalla gestione di Castagna – ha preferito vendere l’1,8% del Banco Bpm due mesi prima che il Banco distribuisse dividendo e dirottare il gruzzolo sulle Generali dove Crt è salita dall’1,7% al 2%. Perché adesso? Qualche osservatore vi ha scorto due notizie. La prima è che la fusione tra Banco Bpm e Unicredit, da sempre caldeggiata da Palenzona, non è più sul tavolo. La seconda è che un’altra operazione – dagli alti rischi di esecuzione – potrebbe invece esserlo: l’aggregazione tra Banco Bpm e Siena.
Le fonti concordano su un punto. Difficilmente si muoverà foglia prima delle elezioni europee di giugno. Ma le grandi manovre, dal punto di vista politico, sarebbero già in atto. Anche perché c’è sempre la spada di Damocle della scadenza, salvo nuovi accordi con Bruxelles, che impone al Tesoro di uscire entro l’anno dall’istituto salvato con denari pubblici nel 2017. Tra le possibili operazioni industriali, c’è anche la strada di Bper ma è più impervia: sta ancora digerendo Carige e gli sportelli eredità dell’operazione Intesa Sanpaolo–Ubi. Per questo al Ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, specie dalle parti del dg Marcello Sala, si guarderebbe con favore all’opzione Banco Bpm, dove peraltro resterebbe da superare l’opposizione di alcuni importanti soci interni. E, vista la complessità della cosa, andrà in ogni caso scongiurato un calo troppo repentino dei titoli, se non altro per evitare che qualcun altro ne approfitti. Però non c’è fretta. Secondo indiscrezioni infatti il Tesoro prima di dare il via alle manovre potrebbe procedere – magari dopo lo stacco del dividendo previsto il 20 maggio, che frutterà all’Erario 123,5 milioni – a un nuovo collocamento di Siena anche superiore al 10%. Sarebbe un modo per rendere lo Stato meno ingombrante e favorire così un nuovo matrimonio nel credito.