Milano – Ciak, si gira il terzo tempo della saga giudiziaria su Monte Paschi di Siena. La prima fu il processo agli ex vertici Mussari e Vigni per i derivati con Nomura e Deutsche Bank, condanna in Tribunale e assoluzione in Appello. La seconda fu l’inchiesta sui successivi vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, che i pm Baggio-Civardi-Clerici chiedevano di archiviare e che invece il Tribunale condannò a 6 anni (Appello da fissare). La terza verte da 6 anni sui criteri di rettifica di 11 miliardi di crediti deteriorati dopo l’ispezione Bce: qui i tre pm del procuratore Francesco Greco chiesero l’archiviazione di Profumo e Viola, il gip Guido Salvini ordinò nuove indagini, in incidente probatorio (durato 2 anni) Salvini affidò al perito Bellavia un quesito che ad avviso dei pm indirizzava già l’esito. Il giorno dell’esame nel 2021 i tre pm lasciarono il fascicolo, motivando l’astensione col non voler personalizzare una vicenda valsa loro le denunce di inerzia di Giuseppe Bivona, controverso consulente di fondi attivisti su Mps. Greco assegnò allora il complicato caso a due nuovi pm da zero, Roberto Fontana (fallimentarista, domani candidato alle elezioni Csm) e Giovanna Cavalleri (al debutto in materia). I due pm affidarono a Stefania Chiaruttini una nuova perizia su un campione di 100 crediti deteriorati, ed è su questi numeri per il bilancio 2015, oltre che sulle indagini della GdF milanese e sui numeri di Bellavia per il 2014, che ora la Procura contesta a Profumo (n.1 di Leonardo), a Viola, all’ex n.1 Massimo Tononi (oggi in Bpm), all’ex direttore Arturo Betunio e all’ente Mps l’ipotesi di falso in bilancio, falso in prospetto e aggiotaggio. Ieri nella conclusione delle indagini mancavano altri 5 inquisiti, gli ex successivi vertici Morelli, Falciai, Salvadori, Bariatti e Clarelli, stralciati in vista d’archiviazione.