Mps, ora Milano contesta a Viola e Profumo i crediti a rischio
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17 Settembre 2022L’inchiesta sugli ex manager
Si va verso la richiesta di processo per gli ex vertici di Mps Alessandro Profumo, oggi alla guida di Leonardo, e Fabrizio Viola. Ieri i pm di Milano Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri hanno notificato agli indagati la chiusura indagini, atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio: si tratta dell’inchiesta che riguarda le accuse di falso in bilancio e aggiotaggio relativamente alla contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl) della banca senese.
Sotto l’osservazione dei magistrati che hanno coordinato il lavoro dei militari del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza, i bilanci per gli anni 2014, 2015 e 2016.
Oltre ai due manager, a rischio processo ci sono anche l’ex presidente Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, l’ex dirigente Arturo Betunio e la stessa banca che è stata iscritta sulla base della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Le accuse riguardano mancate rettifiche per oltre 6 miliardi di euro (secondo la quantificazione seguita all’ispezione della Bce). Ma i periti e la Gdf hanno fatto di più, andando a studiare nel dettaglio cento dei più importanti crediti che erano nella pancia di Mps: una due diligence su un campione consistente, che ha portato i pm a sostenere come, nel caso del bilancio 2015, i vertici avrebbero omesso «di iscrivere rettifiche relative a crediti deteriorati per un ammontare non inferiore a 241 milioni».
Stralciate e verso l’archiviazione invece le posizioni dell’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori, dell’ex ad Marco Morelli, degli ex presidenti Falciai e Bariatti e dell’ex dirigente Nicola Clarelli.