NEW YORK – Elon Musk dichiara ufficialmente la sua guerra personale contro la Ue, cancellando da X l’account pubblicitario della Commissione europea e rilanciando un post che l’accusa di essere il “Quarto Reich”. Restano ora da chiarire due cose. Primo, se l’offensiva dell’imprenditore sudafricano dipende solo dai suoi interessi economici, oppure riflette un’avversione culturale e una strategia politica più complessiva, visto che chiede di «abolire» Bruxelles. Secondo se l’amministrazione Trump, di cui non fa più parte con un ruolo formale, condivide questa operazione finalizzata a demolire l’Unione, nella certezza di avere leve maggiori per premere sui singoli stati.
La questione ora si è pericolosamente allargata dagli interessi imprenditoriali di Elon a quelli politici. Musk è nato in Sudafrica e il nonno materno Joshua Haldeman era un attivista difensore dell’apartheid. Lui ha denunciato il presunto genocidio in corso contro i bianchi del suo Paese d’origine, rilanciato da Trump, che perciò non è andato al G20 di Johannesburg. Elon poi ha attirato l’attenzione per aver ripetuto in varie occasioni un saluto simile a quello romano, che lo mette in una posizione fragile per impartire lezioni sul “Quarto Reich”.
Da quando ha lasciato il Doge Musk non ha più un ruolo formale nell’amministrazione, ma le sue critiche all’Europa riflettono quelle lanciate prima dal vice presidente Vance durante il suo discorso di febbraio alla Conferenza di Monaco, e ora codificate nella nuova Strategia per la sicurezza nazionale. Trump ha detto che la Ue è una rivale, creata per «fregare gli Usa». Critica le politiche commerciali e dell’immigrazione, ha imposto i dazi, pretende più investimenti nella difesa, dando l’impressione di voler dividere e demolire l’Unione.








