Per Siena, Pacciani e il 23 per cento degli elettori
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23 Settembre 2023di Roberto Napoletano
Giorgio Napolitano è preoccupato per il titolo Italia, lo spread BTp-Bund poco dopo le sedici è salito di oltre cinque punti, più velocemente di quello dei Bonos spagnoli. Le fibrillazioni della campagna elettorale sono elevate al cubo dallo scandalo che ha toccato gli ex vertici del Monte dei Paschi di Siena (Mussari, Vigni, Baldassarri), crocevia di un intreccio distorto tra Fondazione, politica e management che presenta un conto pesante ai risparmiatori e ai contribuenti italiani. Il Capo dello Stato avverte il rischio che si possa offuscare di fatto l’immagine, le capacità operative e l’integrità di una delle principali istituzioni di vigilanza e garanzia del Paese, qual è la Banca d’Italia, e si possa, quindi, pericolosamente incidere sulla percezione di stabilità del nostro sistema bancario da parte dei mercati. Un rischio capitale che non possiamo correre e che spinge Napolitano, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, a chiedere con forza che si «manifesti quella consapevolezza dell’interesse nazionale cui sono di certo sensibili tutte le forze responsabili, ferma restando la netta distinzione tra la doverosa azione penale e le riconosciute condizioni di stabilità della banca oggetto d’indagine».
Presidente, la Procura di Siena indaga per una catena imbarazzante di reati che coinvolge gli ex vertici della banca senese e apre squarci inquietanti su operazioni di finanza speculativa che si pensava non appartenessero alla tradizione italiana. Per mettere in sicurezza la banca si è dovuto fare ricorso prima ai Tremonti bond e poi ai Monti bond con un esborso di capitali pubblici sotto forma di prestito oneroso per 3,9 miliardi. Crede che il Tesoro e la Banca d’Italia abbiano fatto (davvero) tutto quello che si doveva, prima e dopo?
«Sulle critiche vicende del Monte dei Paschi di Siena si è svolta una impegnativa audizione in Parlamento che si è giustamente ritenuto necessario convocare anche se a Camere sciolte. Ha potuto così aver luogo un libero confronto politico, aperto a ulteriori sviluppi, sulla base di una puntuale relazione del ministro dell’Economia e di un’ampia nota scritta della Banca d’Italia. Quest’ultima ha documentato minuziosamente come Bankitalia abbia esercitato fin dall’inizio con il tradizionale rigore le funzioni di vigilanza nei limiti delle sue attribuzioni di legge. E in effetti, la collaborazione che essa ha prestato e presta senza riserve alla magistratura inquirente è garanzia di trasparenza per l’accertamento di tutte le responsabilità».
Vuol dire che è stata la moral suasion di Via Nazionale a determinare il ricambio dei vertici di Mps sulla base di una serie di evidenze (imbarazzanti) che proprio Bankitalia ha segnalato e messo a disposizione della magistratura?
«Guardi, voglio dire che nel quadro offerto dall’audizione in Parlamento possono essere soddisfatte, nel pieno rispetto delle diverse posizioni politiche, le esigenze di chiarezza fortemente sentite dall’opinione pubblica e in particolare dai risparmiatori. Ma ci si deve far guidare in ogni momento da quella consapevolezza dell’interesse nazionale che ho prima evocato».
Teme che non sia così?
«La totale autonomia della magistratura nel condurre le indagini sul precedente management di Mps, come già chiarito nella nota diramata ieri dalla Procura della Repubblica di Siena, va rispettata anche evitando quella diffusione di notizie infondate che è stata questa mattina deplorata dalla stessa Procura per le sue ricadute destabilizzanti sul mercato».
Presidente, i giornali fanno il proprio mestiere e con le loro notizie hanno svolto un ruolo importante per fare venire alla luce lo scandalo…
«So quanto possano essere importanti il ruolo e l’impulso della stampa per far luce su situazioni oscure e comportamenti devianti. Sono altrettanto fermamente convinto che va salvaguardato il patrimonio di credibilità e di prestigio, anche fuori d’Italia, di storiche istituzioni pubbliche di garanzia, insieme con la riconosciuta solidità del nostro sistema bancario nel suo complesso».
31 gennaio 2013