Il sindaco accusa la società che gestisce i parcheggi per il pasticcio sul Telepass, ma anche per “ i problemi di sicurezza e la scarsa manutenzione”
Attacco frontale a Firenze Parcheggi e a Carlo Bevilacqua da 15 anni amministratore delegato. Nel bel mezzo del mini valzer delle partecipate, subissato di mail, messaggini e alert sullo stato critico dei parcheggi di struttura in città, il sindaco Nardella si scaglia contro la spa della sosta. Contro i guai dell’ultimo periodo, a cominciare dal telepass guasto che-Repubblica aveva denunciato, e quelli strutturali. Ma anche contro i suoi vertici apicali, più che la presidenza la figura chiave dell’ad, il commercialista ex Forza Italia che gestisce la società dai tempi di Renzi: «In questi giorni ho avuto modo di parlare con alcuni cittadini personalmente e di vedere che la situazione dei parcheggi di Firenze Parcheggi è deficitaria da molti punti di vista. Anzitutto l’inefficienza sul Telepass, ilfatto che da giorni non funzioni; problemi di sicurezza nei parcheggi, scarsa manutenzione, pochi posti e poche colonnine di ricarica per le auto elettriche. Questa situazione non va bene: ho convocato l’assessore alla mobilità Giorgetti e alle partecipate Bettarini, vogliamo un vero cambio di passo. Non possiamo chiedere determinate tariffe e non offrire un servizio adeguato. L’amministrazione lavorerà per un cambio radicale della governance e della guida della società » annuncia ieri Nardella spiegando di averne già anche parlato con i soci privati, principalmente la società austriaca entrata negli anni scorsi e le banche. Chi ha in mente il sindaco per la successione del board, che attualmente è in prorogatio? Con chi sostituire la presidente attuale, l’avvocatessa Francesca Di Carpegna Brivio, e l’ad? Il risiko non è ancora fermo sul tavolodi Nardella, dove si discute anche di Mercafir e Publiacqua. Alla spa dell’accqua dovrebbe andare Nicola Perini, incerto il destino di Giacomo Lucibello ora a Mercafir. E nella partita l’area Schlein del Pd chiede spazi. Quella di Fipark è una battaglia di sistema: nata con la mission della sosta di struttura la spa non ha più messo un mattone dai tempi del project financing con Firenze Mobilità, era Domenici, quando nacquero gli interrati. I parcheggi sottoterra a servizio della residenza in centro sono rimasti nel limbo, come il multipiano di Peretola. I bilanci sono tornati in utile nonostante i 642 mila euro di rosso 2022 nel park Fortezza Fiera, i 623 mila euro di passivo in piazza Alberti e i 457 mila di negativo della struttura Porta al Prato-Leopolda: la gallina dalle uova d’oro della stazione porta 2 milioni di utile da sola. Dietro la contabilità in attivo tuttavia Nardella e i suoi continuano a rilevare un deficit di visione: poche politiche ambientali, scontistica insufficiente per i residenti, poca reattività di fronte alle sfide green e all’esigenza di una nuova mobilità e nuovi scambiatori. Da qui l’idea di un ricambio del cda e del management. Anche se una delle ipotesi sul tavolo di Nardella è anche quella di privatizzare la società vendendo le quote comunali. Da parte sua l’attuale vertice Fipark non replica: fa solo notare che i problemi col Telepass sono risolti, erano un disguido legato a Tim. Anche Sas sta risolvendo il guaio del Pos non funzionante sulle colonnine: il 60% di quelle col bancomat fuori uso sono ora tornate operative garantisce il presidente Marco Semplici pur invitando semmai a scaricare le app per pagare col cellulare. In Consiglio comunale proteste di Fdi e renziani contro il Pd che ha bocciato una mozione che proponeva alla Sas di tenere aperta la depositeria nei weekend. Contro i taxi introvabili e le code epocali alla stazione social intasati di proteste. — e.f.