“ La democrazia del corpo” da sabato al 10 maggio I dodici appuntamenti
6 Febbraio 2024NEWS
6 Febbraio 2024di Pierluigi Piccini
Nell’arco di poche settimane, prima per la nomina del nuovo presidente della Fondazione, poi per la kermesse di Wine&Siena si è tornati a parlare frequentemente di Santa Maria della Scala e molti hanno voluto dire la loro, compreso l’ex sindaco Bruno Valentini e l’ex direttore Daniele Pitteri. Non ha fatto mancare la sua voce anche il Sindaco di Siena Nicoletta Fabio che, per molti versi, ha manifestato una straordinaria sintonia con quanto l’improbabile (eppur sperimentata) coppia Valentini-Pitteri ha voluto ribadire. In primo luogo tutti hanno tenuto, con malcelata soddisfazione, a mettere una definitiva pietra tombale sul progetto più serio, più naturale, più avveniristico che per l’ex Spedale si sia mai pensato, quello di trasferirvi la Pinacoteca Nazionale (nei modi previsti dall’accordo Melandri). Con la consueta sprezzante assertività travestita da garbo, Nicoletta Fabio ha bollato come nostalgici coloro che la pensano ancora come Fabio Bargagli Petrucci e Cesare Brandi, mentre Valentini è riuscito addirittura a qualificare l’accordo sottoscritto tra Comune e Ministero nel 2000 come un “mero preliminare senza valore giuridico effettivo”, dimenticando che fu proprio in seguito a quel documento che il Museo Archeologico Nazionale di Siena venne trasferito nei locali del Santa Maria della Scala dove tuttora si trova.
E dunque la Pinacoteca no, sia mai! Quale allora la visione, il piano, il destino? Quale la vocazione del Santa Maria della Scala a parte quella di rimanere davvero un’eterna promessa? Ci fosse un progetto strutturato da parte dei progressisti (contr. di nostalgici) si potrebbe almeno discutere di qualcosa ma le parole del sindaco appaiono davvero stupefacenti a questo proposito: quello che si ricava dalla sua intervista è la volontà di allestire una sezione dedicata alla storia dello Spedale, l’intenzione di nominare un conservatore al quale “toccherà studiare tutto quello che c’è dentro il Santa Maria” – e qui vorrei rassicurare il Sindaco, il Santa Maria è stato studiato, molto e bene – e il desiderio infine di realizzare un cine-auditorium. Insomma tra quello che c’è già e quello che si vagheggia di costruire tutti gli interlocutori di questi giorni affrontano soltanto i temi dell’ostello, del bar, del ristorante, del cinema, degli uffici, dei laboratori, dei depositi… manca solo il museo. Ma a questo forse penseranno le associazioni culturali che il Sindaco dice di voler coinvolgere nella progettazione, con buona pace delle università, a partire ovviamente dai due atenei senesi. Davvero troppo facile evocare, in conclusione, le “poche idee ma confuse” di Flaiano.