Roma poco contemporanea. A Firenze il nuovo Rinascimento
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6 Novembre 2022Oltre duemila giovani al Teatro del Maggio per confrontarsi su digitale creatività, clima e inclusione. Applauditissimo l’intervento di Massini
di Chiarastella Foschini
«Sono qui perché ho la sensazione che si parli proprio di me » . Emilia ha 18 anni, frequenta le superiori a Montepulciano ( Siena) e con i suoi compagni di classe è a Firenze per partecipare al Next Generation Fest, ideato dalla Regione Toscana e Giovanisì e realizzato in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e il Teatro del Maggio. « Non so cosa aspettarmi dal domani ma spero in un cambiamento e la mia generazione è abbastanza sveglia per farlo» dice Emilia.
Quelli della Generazione Z, i nati tra il 1997 e il 2012, si sono riuniti al Teatro del Maggio per un evento interamente dedicato a loro. Il programma è fitto, gli interventi tantissimi. Si parla di tecnologia digitale e cittadinanza, creatività e innovazione, inclusione ed Europa insieme a tanti ospiti. La Regione, per l’Anno Europeo dei Giovani 2022, ha premiato diverse personalità che si sono avvicendate sul palco del Maggio, tra cui Bonolis, molto atteso dai giovani, Ambra Sabatini, Wikipedro e Luis Sal.
I ragazzi che affollano la platea e il foyer, sono oltre duemila, hanno dubbi e domande, ma anche certezze sui temi che riempiono le distanze tra loro e il mondo degli adulti: ambiente, diritti, libertà, tecnologia, sostenibilità.
Giulia e Oscar, entrambi 22 anni, lei di Bolzano, lui di Santo Domingo, studiano Scienze della comunicazione a Siena. Sono qui per assistere agli interventi di Luis Sal, Ariete, Cecilia Sala, Bonolis e Marco Carrara. Per loro la differenza tra la Gen Z e le precedenti sta nei punti di vista sui grandi temi. « La generazione dei miei genitori non è aperta come la nostra su Ddl Zan e nella lotta al razzismo » dice Giulia. « Noi non ci stupiamo del diverso, i miei genitori si mettono ancora un po’ in guardia se sentono parlare di omosessualità. Sono chiusi mentalmente » . « Non ci intendiamo molto di politica ma l’andazzo del Governo non ci piace, specie per quanto riguarda l’aborto e le minoranze».
Una delle tematiche più sentite è quella dell’ambiente. Daniel ha 17 anni e Alberto 18, frequentano il liceo economico sociale a San Giovanni Valdarno (Arezzo). «Gli adulti in questi giorni dicono “Bene, c’è ancora caldo”, io sono preoccupato — dice Daniel-, ma tra dieci anni potremo uscire di casa d’estate? » . Hanno adorato il discorso di Stefano Massini, sul palco per il riconoscimento della Regione: « Ci ha emozionato quel che ha detto sul rischio e sul non avere paura di provare emozioni e conoscere la vita sulla propria pelle».
Un altro tema caldo è la disoccupazione giovanile e cosa fare dopo le superiori. Dal palco il giovane portavoce del presidente Giani, Bernard Dika, ha tenuto un intervento sulla potenza ideativa dei giovani, che scardina la rappresentazione del giovane annoiato e della “retorica dell’eccellenza” e ha ricordato il problema dei NEET e i progetti messi in campo dalle istituzioni. Tanti indicano il gap tecnologico tra loro e gli adulti: «Non sanno usare i social, cadono nelle fake news e usano un linguaggio non idoneo». Giovanna e Gaia hanno 14 e 15 anni. A differenza degli altri ragazzi loro non sono sui social. «Non voglio un tutorial per tutto. Ho voglia di scoprire le mie emozioni — dice Giovanna — La nostra regione è attenta ai giovani. Abbiamo bisogno di essere supportati perché vogliamo esprimere le nostre idee. Io ho 14 anni e mi sento molto limitata nell’esprimermi e nel far sentire la mia voce».
Silvia, Giulia e Mattia, studenti dell’Accademia della pubblicità di Lucca, sono qui per creare una campagna pubblicitaria sul tema della sostenibilità, un tema centrale al Next Generation Fest, che grazie alla partnership dell’evento con Treedom, ha regalato 150 alberi a ragazze e ragazzi presenti in sala e agli speaker.
Martina ha 26 anni, studia lingue e lavora per mantenersi all’università di Siena. « È un bell’evento. A noi giovani serve questo clima di speranza. Non sappiamo cosaaspettarci dal futuro. Ho paura della guerra e della crisi. Ci sentiamo in balia del nulla, un evento casuale come una pandemia arriva e ti sconvolge la vita. Fai del tuo meglio con quello che hai sperando che il domani regga, con variabili che non dipendono da noi. Aver ascoltato tante testimonianze positive qui mi dà speranza».
Francesco ha 18 anni e studia meccanica a San Giovanni Valdarno: «Non sappiamo cosa fare nel futuro — dice -, ma rincorriamo sogni che forse ancora non abbiamo».