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LA LEGA NORD DI SIENA E DALÌ
Analizzate tutte le controversie e ribadita la nostra delusione nel vedere uno spazio mitico dell’arte contemporanea italiana riaprire all’insegna di discutibili eventi commerciali (ma siamo pronti a cambiare idea dopo aver visto mostra e opere), occorre sottolineare un passaggio, anche per non irritare gli agguerriti studi legali che difendono Levi e per evitare malintesi: organizzare mostre di dubbio gusto non è illegale, non è vietato e non è un reato. Di più: neppure produrre e vendere multipli o riproduzioni d’arte rappresenta alcunché di illecito se si può dimostrare di averne i diritti. Per cui la questione non è da leggersi sul piano giudiziario bensì su un piano squisitamente politico e culturale. Ci si chiede come mai un ente locale come il Comune di Siena se vuole organizzare una mostra di Dalì non alzi il telefono e si rivolga alla fondazione ufficiale dell’artista e contatti invece una organizzazione commerciale dedita tra le altre cose alla vendita di riproduzioni e multipli. “Da Siena ci ha chiamato Eleonora Raito, la capogruppo della Lega in consiglio comunale” spiega nelle interviste Ferruccio Carminati, business developer della Dalì Universe che aggiunge: “siamo ancora in pieno Covid, non sappiamo quanta gente verrà, punteremo moltissimo sulle scuole“. Vedremo quali e quanti insegnanti riterranno didatticamente valida la mostra.
Eleonora Raito – capogruppo del partito di maggioranza in città – si è dunque spesa molto per far arrivare in città le sculture e i multipli di Dalì (o quasi-Dalì che dir si voglia) e abbiamo sentito anche il suo parere.
“Io sono anche in commissione cultura e mi sono messa a cercare informazioni su Dalì” ci ha raccontato Raito. “È spuntata l’organizzazione di Levi. Allora li ho contattati e mi hanno ricevuto immediatamente a Milano, poi ho sentito il dipartimento immobiliare di Banca d’Italia, ho verificato che applicassero un affitto puramente simbolico e siamo andati avanti. Poi il rinvio causa Covid. So anche io delle controversie tra Fondazione e Levi ma ho appurato che la società di Levi ha un contratto, tra l’altro bellissimo, scritto di pugno da Dalì e contro la Fondazione ha sempre vinto le cause. Insomma, siamo tranquilli dal punto di vista legale. E poi non sono tutti multipli, ci sono anche dei pezzi unici in mostra. Cosa faremo tra un anno nel Palazzo delle Papesse? Se non ci sarà una proroga di questa mostra cercheremo un altro operatore, confesso che a noi non piacerebbe vedere il palazzo venduto. Ad ogni modo su tutti i punti la Giunta è con me e mi sta supportando e affiancando“. Verrebbe voglia di chiedere conferma all’assessore alla cultura, ma la Giunta del Comune di Siena da oltre due anni ne è priva…