Le condizioni per la pace
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30 Maggio 2023Elezioni amministrative
Roma
Non raggiunge le urne elettorali l’effetto-Schlein delle piazze. Quella delle amministrative «è una sconfitta netta. Il vento a favore delle destre è ancora forte e c’è ancora».
Nel Pd un lungo silenzio accoglie i dati della sconfitta, e arriva nel tardo pomeriggio l’analisi sincera e impietosa della segretaria dem. Su di lei il clima interno si fa pesante per tutto il giorno. C’è chi critica l’atteggiamento parlamentare sulle riforme, su cui Elly Schlein non ha intenzione di trattare, chi le rimprovera il passo indietro degli ultimi giorni di campagna elettorale, scelto per rispetto della tragedia in Emilia Romagna. C’è l’ala riformista che non apprezza il concentrarsi solo sulle battaglie dei diritti delle coppie gay. Ma c’è anche chi le rimprovera di aver caricato eccessivamente i ballottaggi di significato, dopo un primo turno comunque poco soddisfacente. Insomma, la tensione è forte.
Andrea Orlando parla di un partito da ricostruire, specie a livello locale.
Per Schlein sono tanti elementi su cui ragionare. Così, con il quadro chiaro della sconfitta sul tavolo, convoca la segreteria e mette a punto la linea con i suoi collaboratori più stretti. «Ringrazio quelli che si sono spesi, i nostri candidati, in queste elezioni. Sapevano che sarebbe stata difficile, ci vuole tempo per costruire un centrosinistra vincente – dichiara al termine dell’incontro – . Il fatto che il Pd sia il primo partito nel voto di lista non è una consolazione», ammette, leggendo i dati negativi dei capoluoghi e quelli dei «comuni medi» dove il Pd ha retto.
Dalle politiche, nel complesso, i primi test non sono andati bene. Perfino nella storica roccaforte della Toscana la sconfitta è netta. La perdita di Ancona brucia. E la vittoria di Vicenza, dove il neosindaco Giacomo Passamani ha preferito non avere la segretaria al suo fianco nei comizi finali, non è certo un segnale incoraggiante. Tanto più che nella sola città strappata, a sostenere il primo cittadino vincente, nell’alleanza con il Pd ci sta il Terzo polo, e non M5s.
Schlein studia i dati e spiega: «Non si cambia in due mesi e il cambiamento non passa mai da singole persone. Ci vorrà un tempo più lungo per ricostruire fiducia e per ricostruire un centrosinistra nuovo, competitivo e vincente», incoraggia. «È evidente che da soli non si vince», dice poi, lanciando un messaggio a Giuseppe Conte, per nulla interessato finora ad aprire un dialogo. «C’è da ricostruire un campo alternativo, che credibilmente contenda alla destra la vittoria. Ma la responsabilità di costruire questo campo non riguarda solo il Pd».