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8 Agosto 2024l corsivo del giorno
di Fiorenza Sarzanini
Se il generale Roberto Vannacci con un libro autofinanziato infarcito di attacchi a gay, stranieri e frasi sessiste è riuscito a diventare famoso e nemmeno un anno dopo è stato eletto al Parlamento europeo, dove può arrivare un giurista già conosciuto che ha deciso di trasformare il proprio manuale in un durissimo atto di accusa contro i magistrati, e offese gravi contro le donne che scelgono di indossare la toga? Chissà se è stata proprio questa la suggestione che ha spinto il professor Francesco Gazzoni, 82 anni, avvocato, membro dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, professore ordinario di diritto privato e diritto civile all’Università La Sapienza di Roma in pensione, a inserire nel suo volume considerazioni tanto gravi quanto fuori contesto.
Il manuale utilizzato da studenti universitari e da chi si prepara al concorso in magistratura è considerato uno dei testi fondamentali anche se negli ultimi anni numerosi insegnanti hanno preferito consigliare altre pubblicazioni. E quindi ha destato prima grande sorpresa e poi rabbia quella pagina 51 dove si legge: «I magistrati appartengono in maggioranza al genere femminile che giudica non di rado in modo eccellente, ma è in equilibrio molto instabile nei giudizi di merito in materia di famiglia e figli… Progrediscono nelle funzioni e nello stipendio in base all’anzianità e non al merito, onde sono premiati anche magistrati che si sono resi colpevoli, per negligenza, di clamorosi errori giudiziari, come nel caso Tortora… Non di rado appartengono alla categoria degli psicolabili».
L’Anm è insorta, l’Associazione donne magistrato si è detta «sconcertata per espressioni che riportano alla mente le obiezioni degli anni ‘50 dei settori più corrivi della società contro l’ingresso delle donne in magistratura». La polemica è esplosa, il professor Gazzoni certamente gongola. Per non fare il suo gioco sarebbe bastato semplicemente far finta di nulla.