Conclave del Pd regionale sul voto a Firenze spinta per l’intesa con Renzi
L’ala Schlein non si oppone e c’è chi pensa anche a un’entrata in coalizione di una lista Del Re
di Ernesto Ferrara
Spinta per l’accordo su Italia Viva. Con mille tensioni ancora da risolvere ma un convincimento diffuso, tanto tra i riformisti quanto nell’area Schlein: Firenze non può fare storia a sé rispetto a praticamente 2/ 3 dei Comuni toscani dove dem e renziani vanno verso un’intesa, e comunque meglio un accordo al primo turno che il rischio di doverne fare uno, molto più “caro”, al ballottaggio.
A 130 giorni dal voto, proprio mentre Stefania Saccardi annuncia la candidatura-sfida al Pd da un teatro Puccini gremito alla fine di quasi 1.000 persone, la Direzione regionale del Pd riunita due sere fa a Pistoia prova a tenere viva la chance di un’alleanza coi renziani. E anzi a rilanciare. « La maggioranza regionale è l’asse giusto anche per Firenze. Il Pd deve fare il soggetto perno di una coalizione larga che tenga Italia Viva e Sinistra Italiana. Senza veti di nessuno e su nessuno» interviene al tavolo dei big il governatore Giani, persuaso che anche sul ticket con vicesindaco che invoca Iv si possa trovare un’intesa, magari in nome del principio che « il partito che arriva secondo può esprimere il vice » . Guai a rompere con Renzi non scherziamo, fanno presente per i riformisti Bonafè e Barnini, contrarie ad avventure coi 5 Stelle. E la sinistradem non si oppone, segno di una sorta di “pax” interna propiziata da Stefano Bruzzesi, convinto che Renzi- Saccardi e persino Del Re possano rientrare con loro liste nella coalizione Funaro. Non che il segretario regionale Fossi pensi ad accordi a tutti i costi con Italia Viva, ma la discesa in campo saccardiana di lunedì nemmeno tra gli schleiniani è ritenuta un varco del Rubicone. «Vediamo tra qualche settimana come va» si dice tra i più fedeli alla leader, dove spunta però la tesi del capogruppo regionale Ceccarelli di chiedere le dimissioni di Saccardi vicepresidente se correrà a sindaco. Giani al momento glissa. E su Saccardi tace. Ma sulla nomina del renziano Fanucci alla spa regionale Sviluppo Toscana, ieri rinviata, potrebbero presto essere di nuovo scintille Pd-Iv.
Nemmeno Nardella, ormai proiettato su Bruxelles, si oppone a Iv nonostante il vecchio fiele con Renzi. Anzi in direzione predica « basta lavorare contro Schlein, accordo con tutti e allargamento della coalizione » . Sono però risaputi i suoi dubbi sugli effetti di un ticket Pd- Iv ( Funaro- Casini o Toccafondi?) sul resto della coalizione (Si e Calenda). Rimane l’incognita M5S: qui sembrano andare verso la sinistra di Montanari, ma se a Roma Conte e Schlein si accordassero chissà. Un intrigo su cui presto toccherà esprimersi alla candidata Funaro, che ieri ha incassato l’ok del candidato centrista Manfredini, l’uomo di Cateno De Luca in Toscana. Mentre sul fronte regionale resta da sciogliere il nodo delle candidature europee ( Antonio Mazzeo è in campo) e nei Comuni continuano ad affiorare tensioni: come a Borgo San Lorenzo, dove contro la riformista Becchi si raduna un asse tra schleiniani e sinistra extra Pd. In Consiglio comunale a Firenze intanto la delibera di decadenza del delreiano Di Puccio (incompatibile con la presidenza del Firenze rugby) diventa formale ed è ormai attesa in commissione e poi in aula. A destra tutto tace, o quasi: «Schmidt? È uno dei nomi. Bussolin è bravissimo. Donzelli potremmo metterlo in campo. O sennò primarie. Entro metà febbraio il candidato c’è» garantisce la leghista Ceccardi aToscana Tv.