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Il patto Letta, Calenda e +Europa rafforza nei collegi a rischio ma il Pd deve lasciare tre posti
diErnesto Ferrara
Pd, il patto con Calenda “ blinda” i collegi ballerini e molto attratti a destra di Prato, Siena- Grosseto e Pisa. Ma apre anche le porte ad almeno 2- 3 collegi uninominali da lasciare ad Azione. Con una serie di volti nuovi calendiani che di colpo si affacciano sulla scena del centrosinistra toscano scombussolando i piani e scatenando subito grandi mal di pancia nel Pd toscano. Se per il collegio Senato Prato- Pistoia- Lucca- Massa si ipotizza il nome di Barbara Masini senatrice uscente, ex forzista, omosessuale dichiarata e partigiana del Ddl Zan – per la Camera di Firenze- Empoli salta fuori l’idea dell’assessore empolese Antonio Ponzio Pellegrini mentre a Lucca rispunta una vecchia conoscenza della politica regionale come l’ex assessore Marco Remaschi. Anche Benedetto Della Vedova, l’ex radicale poi finiano che già nel 2018 fu paracadutato col Pd a Prato ( e perse) potrebbe tornare in pista. «Vabbene, dovremo ingoiare qualche rospo, ok. Ma con Calenda dentro rischiamo meno contro la destra. E i collegi possiamo prenderli quasi tutti se ce la giochiamo bene», si fregano le mani gli strateghi del Pd toscano. E i vertici esultano: « L’accordo tra Partito Democratico e Azione-+ Europa è un’ottima notizia. Un altro tassello importante» rivendica la segretaria regionale Simona Bonafè e anche Dario Nardella – reduce da 48 ore attaccato al telefono personalmente con Calenda e Della Vedova – si affretta a gioire: « Bene l’intesa tra Pd, Azione e Più Europa: con tenacia si raggiungono traguardi importanti». Eppure un brivido freddo adesso scuote davvero dirigenti e quadri dem toscani perchè i posti sono sempre meno. Col 30% di collegi da dare a Calenda e almeno altri 2- 3 seggi previsti per alleati ( il ministro Speranza di Leu, forse Fratoianni di Sinistra Italiana se l’accordo regge) e dirigenti nazionali ( Furfaro) gli appetiti degli aspiranti candidati dem diventano sempre più complicati. Specie quelli degli uomini: il Pd si è impegnato a garantire perfetta parità di genere, quindi su 12 uninominali 6 maschi e 6 donne. Inutile dire che i pretendenti sono all’80% uomini. Se non altro l’accordo con Calenda dirime un tema di programma che riguarda la Toscana: nel patto tra il leader di Azione e Letta ci sono anche i rigassificatori, tra cui quello di Piombino. Scongiurato il pericolo Calenda, rimane la grana Renzi- Italia Viva. Al momento nessun accordo è in vista tra il Pd e l’ex rottamatore. E i suoi , anche i big, si preparano a candidarsi in massa nei collegi toscani: la vicepresidente regionale Stefania Saccardi alla Camera a Firenze, il consigliere regionale Stefano Scaramellia Siena- Grosseto, forse Maria Elena Boschi a Arezzo e poi Francesco Bonifazi, Alessandro Cosimi, Nicola Danti, Gabriele Toccafondi. Lo stesso Matteo Renzi potrebbe correre nel collegio Senato uninominale Firenze oltre che nel listino. Iv in Toscana punta al 7-8%, campagna anti Di Maio e pro aeroporto. Se il fortino nardelliano non teme scossoni a Siena “ Scara” potrebbe danneggiare i dem. Ed è uno scenario thriller: «Come facciamo a tenere nelle giunte regionali e di Firenze Italia Viva se fa campagna contro di noi? Saccardi non dovrebbe candidarsi » avvertono in tanti dal Pd toscano. Ma lei è a disposizione del Capo. « Attenzione i livelli istituzionali sono autonomi» mette le mani avanti Giani. Se la battaglia con Iv fosse cruenta si prospetta un ottobre caldo in Regione.