A Per Siena più che la primogenitura interessa il risultato
4 Aprile 2024News
4 Aprile 2024di Pino Di Blasio
SIENA
Il sindaco Nicoletta Fabio ha raccolto l’invito, partito dalle colonne de La Nazione, di mettere tutti i protagonisti attorno a un tavolo per siglare una tregua e cercare di salvare il salvabile per la Fondazione Biotecnopolo. «Nell’intervista che le rilasciai a fine anno lei ricorderà – è l’incipit del sindaco Fabio – che avevo invitato tutti a lasciar perdere il passato e le recriminazioni. Non sono voluta entrare nella bagarre politica, nell’accezione peggiore del termine, che è scoppiata sul Biotecnopolo e sui fondi tolti per decreto. Anche perché ritengo che siamo in un periodo pre elettorale, quindi è naturale che ci siano scorie e divisioni tra le parti. Il mio silenzio, che mi viene rimproverato spesso, era legato alle contingenze temporali e all’intenzione di non battibeccare. Ma ora credo che sia arrivato il momento in cui la pacatezza lasci il campo alla chiarezza. Per questo oggi stesso convocherò a Palazzo Pubblico, la sede deputata per risolvere le controversie, gli scienziati e gli imprenditori coinvolti con il Biotecnopolo. Coloro che hanno le idee più chiare, anche più del sindaco, di ciò che può e deve essere il progetto del Biotecnopolo con annesso Centro antipandemico».Come prologo è lungo, ma è essenziale per fermare il momento e capire la mossa del Comune. Perché insiste sui progetti?«Perché finora troppi hanno parlato di Biotecnopolo in maniera fumosa. Servono progetti concreti per eliminare le strumentalizzazioni dall’una e dall’altra parte. E per far capire ai senesi perché la sfida delle Scienze della vita può rivelarsi una carta decisiva per il futuro».Crede che i cittadini non abbiano capito il progetto?«Ognuno ci vede quello che vuole vederci, finora. Opportunità economiche, di prestigio, di ricerca, di promozioni personali».Forse la politica è andata più a rimorchio delle divisioni tra scienziati e imprenditori…«E’ il motivo per cui voglio convocare tutti in Comune. Perché ognuno sveli le sue carte. Se il problema cruciale è la divergenza tra scienziati e imprenditori, potrei fare appello alle mie doti di mediatore e riportare la pace. O almeno riavviare il dialogo».Ha già in mente la lista degli invitati a questo tavolo di pace?«Certo, è l’elenco dei destinatari della convocazione in Comune. Sarà un incontro privato, se poi ci saranno le condizioni potrà essere anche argomento di un convegno pubblico. Lo voglio fare come sindaco di Siena, per tutelare gli interessi della città». L’elenco degli invitati?«Partirò dal presidente della Fondazione Biotecnopolo Marco Montorsi, che inviterò di nuovo in Comune, assieme alla professoressa Annalisa Santucci, membro del consiglio d’amministrazione con la quale ci sono già contatti. Ovviamente Rino Rappuoli, direttore scientifico. Poi inviterò Riccardo Baccheschi, Achilles Vaccines, Dario e Duccio Neri della Philogen, Massimiliano Boggetti, ceo Diesse, Emanuele Montomoli, Vismederi, e Fabrizio Landi, presidente Tls. la lettera arriverà anche al professor Paolo Rossi, coordinatore del progetto Prometheus».Niente politici o vertici di enti?«Non vorrei che si trasformasse in una passerella di lezioni magistrali o di monologhi. Dovrebbe essere invece un momento per fare chiarezza, per tornare a parlarsi, per trovare le ragioni di progettare insieme il Biotecnopolo. E trasformarlo davvero in una grande occasione per Siena».Lei chiede concretezza?«La pretenderei per la città. Come sindaco ho visto solo il progetto Prometheus, che vuole creare la filiera delle imprese delle Scienze della vita. E aggiunge la spinta alla formazione, perché il Centro antipandemico, il Biotecnopolo e le tante imprese, hanno bisogno di talenti e personale formato per le biotecnologie. Potrebbero crearsi opportunità in più.Quando vuole organizzare l’incontro?«Se riuscissi a metterli insieme tutti, vorrei convocarli entro il 15 aprile, o almeno prima della Liberazione. Sui milioni tolti per decreto, non ho le certezze che ha lei. MI auguro che si possano recuperare. Ma il Governo ha fatto di necessità virtù nel destinarli ad altro, visto che erano fermi».