Renzi scarica Schmidt candidato e la destra che lo corteggia: “Non hanno classe dirigente”
16 Settembre 2023La pioggia, scritta da un poeta della città di Derna, Mustafa al-Trabelsi
16 Settembre 2023di Pierluigi Piccini
Francamente io Pino di Blasio lo comprendo. Lo conosco da una vita e, sostanzialmente non è cambiato, anzi per alcuni aspetti ha accentuato il suo essere. Ma perché sento il bisogno di scrivere su di lui? E per quale aspetto sono convinto di capirlo? Per il suo darsi da fare esistenziale, per il suo combattere la noia che lo circonda, per un contesto che, purtroppo non lo capisce. L’aver costantemente scambiato l’innovazione, la modernizzazione, lo svecchiamento con il nuovismo che come recita il dizionario Treccani sarebbe: “La tendenza ad appoggiare qualsiasi tipo di novità, anche solo apparente, in campo politico, culturale, sociale, ecc. Nel linguaggio giornalistico il termine è usato, spesso polemicamente, per indicare l’atteggiamento di chi propone, consapevolmente, innovazioni superficiali ed esteriori”. Categoria, il nuovismo, più tipica dell’esistenzialismo e di alcune avanguardie dell’inizio del secolo scorso. E’ sempre oltre, ma non si sa di cosa. Tra Califano e Sartre come non si può non voler bene a Pino, con cui volendo o no ho dovuto spartire tanti anni della mia vita pubblica accompagnata, di tanto in tanto, da quelle sue brevi note politiche così ricche di “buoni consigli” e mai – dico mai – di parte. Ora che gli anni ci sono tutti, non posso che salutarlo con un affettuoso abbraccio e un ringraziamento. Calma! Non è successo nulla, non è un coccodrillo, ma dopo l’acritica presa di posizione del nostro sul Biotecnopolo e la Multiutility solo per citarne due, mi sentivo in dovere…