Duro documento della sezione toscana dell’Associazione nazionale magistrati sulla richiesta di azione disciplinare avanzata dal Guardasigilli nei confronti di Turco e Nastasi per la conduzione delle indagini su Renzi e Carrai
di Andrea Vivaldi
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha chiesto un’azione disciplinare per i pm di Firenze che hanno indagato sulla Fondazione Open, legata a Matteo Renzi. L’accusa del ministro è di « illecito disciplinare » e di una «grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile» da parte del procuratore facente funzioni Luca Turco e del sostituto Antonino Nastasi. Sul caso adesso interviene la Giunta esecutiva toscana dell’Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm). Le notizie sulla decisione del ministro « costituiscono un’ulteriore dimostrazione del disegno di discredito e delegittimazione da tempo in atto contro la magistratura – dice, a maggioranza, la Giunta -. L’iniziativa in questione viene in essere a coronamento di articolata campagna mediatica caratterizzata da attacchi diretti alla professionalità e correttezza dei singoli magistrati titolari dell’indagine suindicata » . Poi prosegue: « La Giunta non può che valutare negativamente tali attacchi ai colleghi i quali, evitando ogni esposizione mediatica, sostengono le ragioni dell’accusa, e lo fanno unicamente nel processo. In ogni caso la Giunta confida che nelle sedi competenti sia fatta compiuta chiarezza sulle vicende contestate, già più volte peraltro sottoposte a vaglio del giudice penale che ad oggi ha sempre disposto l’archiviazione dei relativi procedimenti».
Già a dicembre la scelta di Nordio di inviare degli ispettori alla Procura di Firenze per un «rigoroso accertamento conoscitivo » , dopo un’interrogazione in Senato di Renzi, aveva trovato la reazione della Giunta toscana Anm, guidata alla presidenza dal giudice Alessandro Ghelardini. L’ispezione « non deve avere capacità intimidatoria » avevano detto. Per Renzi e il ministro, la Procura di Firenze non avrebbe potuto inviare lo scorso marzo al Copasir (che ne aveva fatto richiesta) gli atti d’indagine sull’inchiesta Open, compresi dei contenuti acquisiti dai computer di Marco Carrai, che era nel cda della Fondazione. Perché a febbraio la Cassazione aveva sentenziato la restituzione di quel materiale « senza trattenimento di copia dei dati » . La Giunta la descrive come « complesse» questioni di diritto, con «diverse opinioni tra gli studiosi». E sottolinea che se l’azione disciplinare fosse confermata «si tratterebbe dell’improprio esercizio di prerogative – pur riconosciute al Ministro dalla Costituzione – al fine, come già avvenuto nel caso “ Uss” con l’iniziativa presa nei confronti dei giudici della Corte di Appello di Milano, di censurare attività di interpretazione della legge e valutazione del fatto, sottratta, per esplicita previsione normativa, al rilievo disciplinare».
Renzi ha detto ieri in un’intervista aIl Giornale: « Un Guardasigilli su queste cose non va a simpatia ma segue le ispezioni. Qui il tema è se un pm può violare la legge. E nel caso capire se lo fa per sbaglio o con un secondo fine. Al momento la Corte Costituzionale si è espressa contro i pm. Vediamo se il Csm sancirà che chi sbaglia paga».