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21 Settembre 2022Cgil e Sunia accendono i riflettori sull’aumento dei casi di crisi abitativa La pigione mensile è arrivata a pesare per il 49% sul reddito complessivo
diAzzurra Giorgi
Immaginiamo che le circa 185mila famiglie che abitano a Firenze siano in affitto, e che tra loro soltanto 10mila siano in una situazione tale per cui i costi della casa non pesano eccessivamente sulla loro vita. Sembra tantissimo, eppure quelle 175mila famiglie in crisi abitativa esistono davvero. Non sono concentrate a Firenze ma disseminate in tutta la Toscana. E comunque, anche così, sono tante.
Il dato è di Cgil e Sunia, che hanno lanciato un allarme unitamente a 10 proposte sottoscritte da alcuni candidati di Pd ( Fossi, Gianassi, Romano, Biti, Ceccarelli, Zambito), Azione- Italia Viva ( Cosimi, Saccardi), M5S (Quartini), Unione Popolare (Conti, Allocca).
A spingere le 175mila famiglie in crisi abitativa sono lo stato di precarietà lavorativa ed economica, i canoni d’affitto troppo alti rispetto alle capacità di reddito e l’insufficiente disponibilità di abitazioni di edilizia pubblica. Situazioni critiche, che si allargano a quello che una volta era il ceto medio, e che si sommano a sfratti e morosità. Perché, dicono i sindacati, se ci sono 3.600 alloggi di edilizia residenziale pubblica sfitti in Toscana, dal 1° gennaio sonostati registrati circa 250 sfratti al mese, oltre 5mila sono pendenti, quasi tutti riguardano morosità. Aumentate nell’ultimo periodo, sia per gli affitti che per le spese condominiali.
Ma il dato che salta all’occhio è anche un altro: quello legato al “peso” che l’affitto ha sul reddito. In media il 49%, quasi la metà di quanto viene percepito. E che potrebbe pure aumentare per via dell’inflazione. Secondo Idealista, in base alla media dei canoni di locazione rivalutati con l’indice dei prezzi al consumo Istat di agosto, a Firenze gli affitti potrebbero aumentare di 61 euro al mese. Non una cifra da poco, se si conta che i prezzi hanno già subito un’impennata arrivando, secondo Immobiliare. it, a una media cittadina di16,46 euro al mq. Un dato di molto superiore all’agosto 2021 ( 14,80 euro/ mq) e 2014 ( 13 euro/ mq). Non tutte le zone, poi, sono uguali: il centro storico, Oltrarno, Porta Romana sono le più care ( tra i 18- 20 euro/ mq), Ugnano e Mantignano le più economiche (10,65 euro) e le uniche in cui i prezzi sono diminuiti.
Così, se si scorrono i portali, si vedono annunci per un monolocale di 40mq in Sant’Ambrogio a 770 euro, a Oltrarno di 37mq a 700. Ma anche a Campo di Marte, dove il prezzo medio è 14,99 euro/mq, vengono affittati monolocali da 28mq a 730 euro al mese. Diversa la situazione per le stanze, destinate principalmente a studenti e giovani lavoratori: il prezzo si aggira sui 400 euro, ma se ne trovano anche sopra i 500 euro e con varie utenze escluse.
Negli altri capoluoghi toscani, la più economica è Arezzo (8 euro/mq di media), seguita da Pistoia ( 8,11 euro), Lucca ( 9,34 euro), Livorno ( 9,55 euro), Prato ( 10,63 euro), Grosseto ( 10,70 euro), Siena ( 10,84 euro), Pisa ( 11,12 euro), Carrara ( 11,25 euro), Massa ( 17,72 euro). Cifre che salgono appena ci si avvicina a centri storici o alla costa, tanto che la provincia più cara è Lucca, dove pesano gli oltre 23 euro/ mq di Forte dei Marmi, Pietrasanta, Lido di Camaiore.
Per sostenere il pagamento dei canoni, la Regione ha messo a disposizione 20,9 milioni di euro provenienti dal Ministero delle infrastrutture. Attraverso bandi, passeranno ai Comuni che li erogheranno alle famiglie con un rapporto canone/reddito tale da non consentire il regolare pagamento dell’affitto.
E per il futuro, Cgil e Sunia propongono 10 punti, tra cui Ministero per la casa, piano pluriennale per almeno 500mila alloggi, adeguato finanziamento al fondo di sostegno all’affitto e alla morosità incolpevole, lotta all’evasione fiscale, e contrasto alle locazioni brevi di tipo turistico con «reali poteri ai Comuni in materia di regolamentazione e indirizzo».