La denuncia della cgil
“ Nel settore della somministrazione molti degli stipendi reali sono sotto la soglia di povertà”
di Azzurra Giorgi Andrea Vivaldi
Un « mondo parallelo » in cui « si crea una normativa alternativa » . E un mercato, quello legato alla somministrazione in bar, ristoranti, hotel, che si auto-regola verso il basso con stipendi reali sotto la soglia di povertà. Quel che racconta Anna ( vedi intervista a fianco) «non è un caso. Corrisponde a quanto arriva anche a noi. Il professionismo in questo settore sta sparendo per la ribellione silenziosa di chi abbandona, non potendo più sostenere una vita a queste condizioni – spiega Silvio Berlingieri dell’ufficio vertenze della Cgil di Firenze -. E chi entra come nuovo, i giovani, vede così il settore e finisce per abituarsi. Ma questo è un mondo parallelo, nemico delle regole». Il perché lo spiegano i lavoratori, e il sindacato. Che vede a Firenze, « e soprattutto nel centro Unesco, un mercato grigio, in cui i contratti regolari spesso sono solo una foglia di fico per coprire le irregolarità » spiega il segretario generale della Filcams di Firenze Maurizio Magi, che ricorda come « nell’aprile 2023 l’Ispettorato del lavoro, a livello nazionale, fece dei controlli: 3 aziende su 4 avevano elementi di irregolarità » . Negli esercizi commerciali, dunque, i contratti esistono, ma non dicono tutto. Anzi in molti casi finiscono per nascondere reali inquadramenti dei dipendenti: non si conoscono le vere ore lavorate né la paga. « Perché i salari netti sono onnicomprensivi di retribuzione, straordinari, festivi, maggiorazioni, notturni, 13esime, 14esime continua Magi -. La media è di 7 euro l’ora ed è determinata da una sorta di cartello di imprenditori che opera sul mercato. Poi c’è chi prende anche meno, perché magari ha meno esperienza e un contratto a chiamata, poi si passa allo stagionale, al determinato. Chi è da più tempo nel settore può avere l’indeterminato». La retribuzione è molto spesso composta da una base in “ chiaro”, a contratto, e una in nero, contrattata individualmente ma che «comunque segue questo tabellario » . Qual è allora il salario “ reale”, visto che nella cifra a nero sono compresi 13esima, 14esima, maggiorazioni? Per chi prende 6 euro netti l’ora « sono 889 euro al mese, sotto la soglia di povertà. Chi ne prende 7 arriva a 1.038 – spiega Berlingieri -. Chi volesse raggiungere i 2mila euro, seppur onnicomprensivi, dovrebbe fare un lavoro di responsabilità e con più ore: considerando oneri e orari alla fine lo stipendio “ reale” sarebbe di 3,5 euro l’ora. Chi vuol crescere paradossalmente viene pagato meno » . Un limbo di lavoro grigio. Con forti conseguenze perché «a fine carriera i lavoratori si ritrovano senza anni di lavoroperché non gli sono stati versati i contributi e, nel frattempo, non hanno usufruito neppure di strumenti previsti dai contratti come il welfare » continua Elena Aiazzi che nella segreteria Cgil si occupa di mercato del lavoro e legalità. Che fare, dunque? «La realtà è probabilmente anche più grave perché, essendo i controlli pochi(vedi box), mancano i veri dati del sommerso. Servono più ispezioni, ma bisogna prevenire. Queste situazioni si creano perché il mercato oggi non offre quanti posti servirebbero, c’è la consapevolezza di poter creare irregolarità senza avere conseguenze, un’avidità di chi sta in cima alla filiera e anche una disponibilità, da parte di alcuni consulenti, di avallare certi meccanismi. Il presidio del governo sul territorio si dovrebbe interessare a questi fenomeni – sottolinea -. E bisogna trovare soluzioni preventive anche con la disponibilità delle associazioni datoriali». Un nuovo impegno diffuso, insomma, anche perché « il limite si è già superato. La creazione di questo mondo parallelo fa sì che un’azienda sana non possa più stare sul mercato. E invece va reso possibile » continua Berlingieri. Due appelli allora. «Uniamoci e organizziamoci di più » dice Magi ai lavoratori, cui la Filcams Cgil rivolge l’iniziativa “ Turismo sottosopra” per sensibilizzarne in modo diffuso le coscienze. « Del resto le aziende, per creare le tariffe, si sono organizzate » continua Magi. Il secondo alla rappresentanza delle imprese: «Buona parte vorrebbe fare le cose in regola e vanno aiutate. Sarebbe auspicabile, prima del G7 sul turismo, che venisse riaperto il tavolo sul settore in Comune».