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11 Agosto 2023
Pienza, i rintocchi delle polemiche «Stop chiesto anche dai residenti»
La difesa del sindaco: lamentele non solo dai turisti. L’opposizione: non ci risulta
Aldo Tani
Pienza (Siena) Le campane dell’orologio civico di notte continuano a rimanere in silenzio, ma i rintocchi della polemica non si fermano. Virno Mangiavacchi, consigliere comunale di opposizione, chiosa: «Pienza ha già fatto una brutta figura così, meglio non andare oltre». Ma ieri il sindaco ha inviato una risposta scritta all’interrogazione sulla gestione delle politiche turistiche, che riaccende lo scontro. Manolo Garosi ha sfruttato tutti i dieci giorni a disposizione per rispondere: «Non mi interessava entrare nel dibattito dei social network».
Nel suo intervento ha però portato all’attenzione dell’assemblea cittadina una serie di elementi rimasti finora nell’ombra. «La sospensione dei tocchi di campana della torre comunale è diretta conseguenza delle segnalazioni giunte a più riprese da cittadini residenti nel centro storico e cittadini residenti gestori di strutture ricettive», ha evidenziato il primo cittadino. In un primo momento però lo stesso sindaco aveva parlato solo dei gestori che gravitano attorno a piazza Pio II. «È un anno che ci sono questi lamenti e provengono anche da residenti. Per questo ho voluto fare un distinguo nella risposta», ribadisce Garosi, che nella replica ha dato conto anche di un altro elemento. «Verificate le registrazioni e i valori in decibel — si legge nella nota — abbiamo pensato di far modificare il martelletto per attutire lo scampanio notturno, però questo avrebbe comportato una riduzione del volume nelle ore diurne con l’effetto di rendere poco percepibile il suono per la presenza di passanti e della socialità». C’è però un passaggio precedente, che ha probabilmente cambiato l’acustica dei rintocchi: la sostituzione del meccanismo che fa suonare la campana.
«Prima avevano un marchingegno a ingranaggi, con una corda e un braccio meccanico. Quando la corda tirava, il martelletto battendo, provocava il rintocco». L’orologio poi si è fermato e l’amministrazione ha provveduto alla sostituzione. «Adesso — prosegue il sindaco — c’è un orologio digitale, con un motore e un meccanismo elettrico. In più c’è un martello nuovo, che per la sua stessa natura, potrebbe aver amplificato il rumore. Nei due anni di Covid è presumibile che le persone abbiano prestato meno attenzione a tutto ciò, vista la situazione». Affermazioni che non convincono l’opposizione. «La risposta del sindaco è molto superficiale», replica Mangiavacchi, che riguardo alle lamentele dei residenti sulle sonorità fuori scala non cambia versione: «A noi non sono mai arrivate». La campana, come è noto, è solo la punta dell’iceberg del dibattito tra concessioni ai turisti e sostenibilità della vita dei residenti. L’accusa di chi non ha digerito la decisione dell’amministrazione è di aver svenduto un’altra porzione di identità. Ma Garosi ribatte: «Non si svende una tradizione perché si silenzia sei ore una campana. Molti di quelli che mi attaccano hanno fatto una scelta economica, lasciando le abitazioni in centro per affittare. È un polemica strumentale». Difficile che sia l’ultima parola.