La corrente che fa capo al governatore, punta a strutturarsi sia in Parlamento sia sul territorio. Malpezzi coordinatrice al Senato De Luca jr alla Camera
ROMA — Mentre Elly Schlein è in Svizzera, la minoranza interna del Pd si riorganizza. Il correntone di Stefano Bonaccini, “Energia Popolare”, battezzato a fine luglio a Cesena, aveva promesso di strutturarsi. E così è. Con una batteria di nomine agostane, da cui traspare la voglia di presidiare un campo, quello dei riformisti, moderati, non movimentisti come l’area Schlein, che col nuovo corso dem si sentono ai margini.
Bonaccini non ama la parola “corrente”, altri, da Piero Fassino a Lorenzo Guerini, l’hanno ammesso senza ipocrisie: è una corrente. A tutti gli effetti. Ecco allora le mosse, discusse in questi giorni dal governatore emiliano e presidente del Pd con gli altri big della mozione battuta al congresso: ci saranno due coordinatori, per il Senato e per la Camera. Due capigruppo ombra, anche se ovviamente chi dice che Energia Popolare non è una corrente, biasimerà anche questa definizione. Ma tant’è: per Palazzo Madama, il ruolo è stato affidato a Simona Malpezzi, ex capogruppo fino all’elezione di Schlein, che non l’ha confermata, preferendole Francesco Boccia. Per la Camera è corsa a due: all’inizio sembrava in pole Simona Bonafé, ma pare abbia rinunciato visto che Schlein l’ha confermata come vice-capogruppo vicaria, sotto Chiara Braga. E allora scalda i motori un nome che nel giro della segretaria non è certo tra i più apprezzati: Piero De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo, considerato da Schlein e soci il simbolo dei “cacicchi”. De Luca jr era stato scalzato dalla neo-leader dal ruolo di vice-capogruppo e ora torna in pista, come referentedell’area Bonaccini tra gli onorevoli di Montecitorio.
Non è finita qui: Energia Popolare avrà anche un responsabile dell’Organizzazione, proprio come un partito. Il compito è stato affidato al deputato emiliano Andrea De Maria. Il gruppone di Bonaccini, che ha perso alle primarie ma vinto al congresso fra gli iscritti, sta pensando di radicarsi in tutto lo Stivale, mettendo su un’organizzazione di responsabili regionali, che coordinino la nuova area sui territori. Questo lavoro è già partito, anche se finora sottotraccia, per non metteretroppo in ombra “l’estate militante” lanciata da Schlein. Ma da Nord a Sud, si contano a decine gli incontri, le iniziative, le assemblee di corrente con gli amministratori locali.
Bonaccini giura in pubblico (ma anche in privato) di non voler mettere i bastoni fra le ruote alla segretaria, che era la sua vice in Emilia- Romagna, prima della promozione a deputata. Ma tanti, nella cerchia schleiniana, hanno notato il suo attivismo delle ultime settimane. Macina comizi, Bonaccini, gira per le feste dell’Unità quanto la segretaria. Twitta e commenta suisocial quasi al ritmo di Carlo Calenda, su tutto, dal caro benzina alla sanità ai migranti, rispondendo anche agli utenti con poche centinanaia di follower, come Ernestina55, che gli dice «io neanche ti commento », e lui: «Infatti nessuno te l’ha chiesto». Soprattutto, Bonaccini copre alcuni spazi su cui Schlein evita di addentrarsi. Per esempio sui migranti. Molti, nel Pd, hanno notato che la segretaria, quando si esprime sul tema, parla quasi esclusivamente di Ong, accoglienza, Mare Nostrum europea. Mentre la parola “sbarchi” non la cita mai. E allora interviene Bonaccini, che scudiscia il governo, come il grosso dei sindaci dem, evocando il «rischio tendopoli ». Per ora il protagonismo di entrambi, Schlein e Bonaccini, è complementare. Una coabitazione. In futuro chissà.