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Giorgio Bernardini
Niente primarie, la candidatura di Sara Funaro per il dopo Nardella prende sempre più quota. La scelta del candidato sindaco nel Pd di Firenze dovrà essere «unitaria e tramite le consultazioni», cadendo infine «sul nome più condiviso», come stabilisce un documento votato ieri a larga maggioranza dalla direzione dem.
La riunione e il documento sono arrivati dopo un pomeriggio di fibrillazioni, che ha visto coinvolti 134 membri dell’Assemblea cittadina, i quali hanno messo la propria firma sul percorso arrivato in votazione. I numeri non sono un aspetto secondario: l’assemblea conta 178 membri, dunque quelli che hanno avallato il no alle primarie sarebbero l’80% del totale, molto più del 60%, la soglia richiesta in quell’organo per dire no alla consultazione. «Il bene della nostra casa comune — si legge nel documento — deve venire prima di tutto, quindi chiediamo lo sforzo di mettersi a disposizione di un percorso aperto e inclusivo che metta il Pd in condizione di presentarsi più forte e più unito possibile a questo appuntamento». I principali promotori dell’iniziativa sono l’area nardelliana e quella schleiniana. Si è discusso a lungo, tra i promotori se citare o meno direttamente la parola «primarie», ma al di là della fase tecnica il documento sembra molto chiaro: «Si dà mandato al segretario cittadino di costituire un gruppo di lavoro plurale e inclusivo per verificare la possibilità di un percorso largamente condiviso attorno a un nome forte e autorevole di una candidata/o sindaco per la relativa deliberazione in linea con lo statuto». La battaglia di ieri anticipa — e in qualche misura sostituisce — quello che avverrà nell’assemblea cittadina, l’unico organo che stando alle regole dello statuto può evitare il percorso delle primarie, prima opzione nel regolamento interno del Pd.
È probabile che nonostante la prova di ieri, lo scontro finale arrivi proprio in quella sede: non a caso la componente che sostiene le primarie ha chiesto la convocazione urgente dell’assemblea. Gli assetti e i nomi, in politica, cambiano molto in fretta. Tuttavia ad oggi l’eredità di Dario Nardella, nel Pd, è fortemente contesa tra un membro della sua giunta e un’ex assessora, a cui proprio il sindaco ha ritirato le deleghe dopo alcune incomprensioni. Al momento il partito è diviso tra chi ritiene che non si possa perdere il vantaggio di individuare un candidato condiviso, corsa nella quale a oggi è favorita l’assessora al Wellfare Sara Funaro, contro coloro che credono che le primarie siano necessarie per individuare un candidato in maniera più inclusiva, una sensibilità rappresentata dall’ex titolare delle deleghe cittadine all’Urbanistica Cecilia Del Re. Le due erano sono state oggetto di un sondaggio commissionato dal Pd che nei giorni scorsi ha stabilito come la prima abbia un consenso triplo — tra gli elettori dem — rispetto alla seconda. Del Re pare però non voler mollare. Domani è in programma la sua convention, «Sarà Firenze». «Questa mossa — dicono i suoi sostenitori — è una contraddizione: vogliono fare un percorso unitario e ci hanno però escluso dalla condivisione di questo documento che abbiamo visto stasera per la prima volta».
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