Nel deserto sulle orme dei padri
4 Aprile 2023Il suono che fanno le piante
4 Aprile 2023
di Maria Teresa Meli
I dem al 16,5%. La segretaria: il vento della destra è ancora forte in quel territorio
ROMA L’effetto Schlein non si è fatto sentire in Friuli-Venezia Giulia. Il Pd vede diminuire la sua percentuale al 16,5% e, quel che è peggio, gli alleati 5 Stelle subiscono un tracollo al 2,4%. Quindi questa prima prova di intesa con il Movimento di Conte non si può certo definire un successo.
C’è da dire che la segretaria non si aspettava niente di diverso. «Anche perché — ha spiegato ai suoi — il vento della destra nonostante tutto è ancora forte». Così la leader del Pd per quasi tutto il giorno preferisce non metterci la faccia: meglio partecipare al sit in per Giulio Regeni in piazzale Clodio a Roma, davanti al Tribunale. Quella è una battaglia in cui crede e di cui ritiene il Pd debba farsi carico. Il consenso si costruisce così, a suo giudizio, pezzo per pezzo senza «abbandonare mai le piazze». Solo poco prima delle otto di sera diffonde finalmente una breve nota: «Complimenti a Fedriga che ha vinto nettamente. Ringraziamo Moretuzzo e tutta la coalizione che lo ha sostenuto. Riorganizzeremo insieme un’opposizione centrata sulle proposte politiche. Con pazienza ma con determinazione».
D’altra parte è anche vero che Schlein è segretaria da poco più di un mese e che gli accordi elettorali per il Friuli- Venezia Giulia precedevano la sua elezione alla guida dei dem, caricare sulle sue spalle la sconfitta sarebbe ingiusto. Tocca a Debora Serracchiani (ex presidente di quella Regione) l’onere di commentare nel pomeriggio il non eccelso risultato. «Era una partita non facile perché c’è un traino nazionale per la destra, ma abbiamo messo in campo una coalizione credibile», sostiene la deputata del Pd. In Friuli-Venezia Giulia secondo Serracchiani quella dell’intesa con i 5 Stelle è stata la «strada giusta», perciò è convinta che «la spinta di Schlein e Conte sia quella di dare un segnale per consolidare il rapporto tra i dem e il M5S in consiglio regionale».
Le amministrative
Il voto di maggio sarà già un banco di prova La leader: non faremo alleanze a tavolino
Dunque la segretaria passa indenne per questa sconfitta, ma sa che non sarà lo stesso per le prossime elezioni amministrative. Certamente anche in questo caso Schlein eredita trattative già avviate (e in molti casi anche chiuse) dalla precedente segreteria. Ma stavolta per lei sarà difficile non farsi coinvolgere da un’eventuale sconfitta. Il metodo che intende usare la segretaria è questo: «In ogni posto non faremo alleanze a tavolino, a scatola chiusa o tra gruppi dirigenti, ma cercheremo di trovare insieme punti di convergenza che possano migliorare la qualità di vita delle persone e del pianeta».
Il 14 maggio si vota in 589 Comuni, il 21 in tre Comuni del Trentino-Alto Adige e in uno della Valle d’Aosta, tra il 28 e il 29 maggio sarà la volta di 39 Comuni della Sardegna e 128 della Sicilia. Finora nei capoluoghi in cui si andrà al voto tra maggio e giugno i dem sono riusciti a siglare accordi elettorali con i 5 Stelle solo a Teramo, Brindisi, Catania e Pisa.
Stefano Bonaccini è da tempo che mette in guardia il partito su queste elezioni, ricordando che si tratta di una prova impegnativa che non bisogna prendere alla leggera. E ora lancia questo monito: «Sulle Amministrative che ci saranno da adesso e nei prossimi mesi lancio un alert, attenti a non schiacciarci su un’unica idea di alleanza». Il presidente del Pd, però, sostiene di non riferirsi solo al Movimento 5 Stelle e sottolinea: «Le alleanze bisogna che le facciamo a livello territoriale e locale». È un’idea non dissimile da quella della segretaria dem, ma il tempo stringe e nemmeno il Partito democratico «nuova versione» può consentirsi il lusso di una prossima tornata elettorale fallimentare.