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31 Agosto 2022Rigassificatore, il sì della Meloni: a Piombino, se è l’unica opzione
La leader di FdI si espone, imbarazzi nel partito toscano. Il sindaco: no comment
Giorgia Meloni, incalzata da tempo da Pd e alleati sul rigassificatore di Piombino, ieri ha rotto il suo silenzio. E ha detto che se non ci sono alternative il rigassificatore a Piombino va fatto, parlando di compensazioni al Comune. Una presa di posizione, arrivata dopo il sì a Piombino poi ritrattato di Ignazio La Russa nei giorni scorsi, che mette in imbarazzo il partito toscano. E che per adesso trova nel sindaco Francesco Ferrari, del partito di Meloni e contrario fin dal primo minuto al rigassificatore, solamente un «no comment». Mentre Eugenio Giani, attaccato più volte da Ferrari che ne ha chiesto le dimissioni da commissario straordinario per l’opera, esulta per la svolta.
La giornata era iniziata con il segretario nazionale di +Europa, Benedetto della Vedova, a Firenze per presentare la Lista +Europa per la circoscrizione Toscana nei collegi di Camera e Senato, ad accendere la polemica. «Noi pensiamo che i rigassificatori siano essenziali per superare questa fase di emergenza e pensiamo che a Piombino debba essere messa la nave rigassificatrice al più presto possibile. Piombino è una sede pronta per questo, insieme a Ravenna — ha detto Della Vedova — Chiediamo a Giorgia Meloni, di dire una parola definitiva. Meloni è patriota, oggi essere patrioti vuol dire dare il via libera al rigassificatore di Piombino con la necessaria sicurezza». E il senatore Andrea Marcucci, ricandidato dai dem al Parlamento, aveva rincarato la dose: «Il silenzio di Giorgia Meloni sul rigassificatore di Piombino è assordante. La leader di Fratelli d’Italia la pensa come il suo sindaco? O aspetta semplicemente che passino le elezioni, per dire la sua opinione ai piombinesi?». «Quanto al Pd — ha continuato Marcucci — basta polemiche, la nostra posizione è quella del presidente Giani. Il rigassificatore è di interesse nazionale».
E dalla televisione, è arrivata la risposta di Meloni. «I rigassificatori vanno fatti e vanno fatti nel tempo che è stato definito perché noi dobbiamo liberarci dalla dipendenza del gas russo — ha detto il presidente di FdI, Giorgia Meloni alla trasmissione Fuori dal Coro , su Retequattro — Se c’è un modo per fare un rigassificatore non a Piombino che è una città che ha già pagato molto anche per l’assenza di bonifiche sarebbe meglio». «Se non ci sono alternative — ha continuato — per me l’approvvigionamento energetico è una priorità ma bisognerà parlare molto seriamente del ruolo del Comune e delle compensazioni che vanno al Comune di Piombino». Dal Palazzo Comunale di Piombino ieri il sindaco Ferrari non ha voluto commentare le parole della leader del proprio partito, mentre Eugenio Giani ha incassato l’apertura con soddisfazione. «Sono contento della chiara presa di posizione di Giorgia Meloni sul rigassificatore di Piombino, posizione che sostengo da mesi. Il sindaco Ferrari — ha aggiunto Giani — per questo ha chiesto più volte la mie dimissioni, chissà se adesso le chiederà anche alla leader del suo partito…».
Piombino è stato scelto dal governo perché unico porto con una banchina che permette di far entrare in funzione il rigassificatore nella primavera 2023. Mentre a Ravenna entrerà in funzione, offshore, nell’estate del 2024.
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