francesco semprini
«Dobbiamo abituarci a una guerra più ampia dal punto di vista territoriale, non più limitata allo scacchiere ucraino. Non capisco per quale motivo l’Occidente sia tanto sorpreso del fatto che Kiev allarghi il conflitto al territorio russo, dopo dieci anni di aggressioni attuate sistematicamente da Mosca in territorio ucraino». Non lascia spazio a dubbi il generale Philip Mark Breedlove, alto ufficiale dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti già capo del Comando Usa in Europa e responsabile delle operazioni Nato.
L’operazione a Kursk e quella nella base aerea di Morozovsk inaugurano una nuova fase della guerra?
«La vera domanda da porci è come mai l’Occidente è tanto sorpreso del fatto che l’Ucraina attacchi la Russia nei suoi territori. Negli ultimi dieci anni le forze di Mosca hanno più volte attaccato il territorio ucraino ed ora c’è preoccupazione perché avviene il contrario?».
C’era da spettarselo?
«Negli ultimi dieci anni Mosca ha ordinato attacchi e invasioni in territori ucraini, azioni spregiudicate, illegali, immorali, ora stiamo assistendo a una risposta in senso contrario. Ripeto, perché dovremmo esserne sorpresi?».
Non è più conveniente per Kiev concentrare gli sforzi per liberare propri territori, piuttosto che disperdere uomini e mezzi avventurandosi oltreconfine?
«Se vieni attaccato e non puoi a tua volta contrattaccare limitando gli sforzi alla difesa dei tuoi confini, rischi prima o poi di soccombere, specie quando dall’altra parte c’è la Russia. I territori controllati da Mosca hanno rappresentato sino ad oggi una sorta di “santuario” inviolabile che non poteva essere toccato da Kiev su precise disposizioni degli alleati Occidentali. C’è stato un cambio di impostazione e, ripeto, non vedo perché dovremmo esserne così sconcertati».
L’operazione è legata all’arrivo degli F-16?
«Riguardo agli F-16 però mi faccia ribadire che per il loro pieno impiego occorre attendere la fine dell’estate o l’inizio dell’autunno. Nella fase iniziale ci sarà un utilizzo modesto, quindi l’apporto in termini di competitività bellica sarà inizialmente ridotta».
Mentre gli ucraini attaccano in territorio russo le truppe di Mosca nel giro di dieci giorni sono arrivate a meno di 16 km da Pokrovsk e meno di 6 km dalla strada che porta a Kramatorsk. Puntano a prendersi tutto il Donbass, non è un controsenso?
«I russi tentano di incassare successi ora, prima delle elezioni americane, ma stanno subendo molte perdite a livello umano, decine di migliaia di soldati non tornano a casa. Il Cremlino non sa come spiegarlo al popolo russo, e tenta di nascondersi mettendo a segno vittorie lampo. Il punto è che i russi sono talmente focalizzati sul Donbass che gli ucraini hanno deciso di creargli problemi a casa loro».
Quindi siamo destinati d’ora in poi ad assistere a un conflitto più ampio?
«Tutto il mondo era abituato a vedere l’Ucraina combattere la guerra a casa propria, ora Kiev ha cambiato il paradigma del conflitto esportandolo in territorio russo. Quindi sì, siamo destinati ad assistere d’ora in avanti a una guerra di dimensioni territoriali più ampie».
Ha parlato di Usa 2024, come cambieranno le cose dopo il voto di novembre?
«Comunque vadano le elezioni ci saranno dei cambiamenti. Da una parte (in caso di vittoria Dem, ndr) ci sarà sempre sostengo all’Ucraina ma forse non così dedicato come lo è stato sino ad oggi. Dall’altra (in caso di vittoria Gop, ndr) il candidato presidente ha detto che chiuderà il conflitto, sebbene non sia ancora chiaro come».