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24 Agosto 2023News
24 Agosto 2023L’intervento dell’ex sindaco: “Servono obiettivi strategici che il piano strutturale potrebbe dare con la riqualificazione urbana”
Piccini: “Per le risorse Siena imiti l’esempio di Venezia”
di Pierlugi Piccini*
SIENA Uno sviluppo economico sostenibile in formato urbano, anzi lagunare, costruito (anche) attraverso bond legati a progetti specifici, chiamati a nascere nei settori del futuro: idrogeno, transizione, università, valore della resídenzialità, turismo sostenibile, innovazione, inclusione sociale, legalità, cultura. Questi sono gli obbiettívi che si prefigge Venezia, attraverso la Fondazione Venezia capitale della sostenibilità. Propositi interessanti, di lungo respiro e ambiziosi. Gli stessi della proposta che facemmo all’Amministrazione comunale uscente, che riguardava l’emissione di titoli finalizzati in un primo momento a recuperare il patrimonio immobiliare di proprietà comunale e non solo. 11 recupero immobiliare era previsto in un primo momento, perché il surplus economico che si sarebbe generato sarebbe stato possibile impiegarlo anche in altri settori (dal sociale alla cultura). Per farlo avremmo dovuto avere delle condizioni dí base. La prima, la più importante, una visione strategica della città e del territorio capace di attrarre investitori; quindi la volontà di realizzare l’operazione e l’accettazione che, tramite una Sgr di riferimento, tutto sarebbe stato trasparente e non condizionabile dagli interessi di parte. L’operazione sarebbe dovuta partire dal reperimento dalle risorse più facili e più abbordabili a Siena, con gli immobili di diversa natura che avrebbero dovuto costituire il volano iniziale. A seguito di questa proposta del gruppo consiliare Per Siena ci furono degli incontri con l’amministrazione comunale, sia di ordine politico che tecnico. Ne ricordo uno in modo particolare con l’assessore Fazzi a cui furono presenti nostri tecnici di stretta formazione pubblica e il segretario generale. I tecnici si misero a disposizione, ma non ci furono sviluppi e, lentamente, l’ipotesi scivolò nell’oblio, nonostante le periodiche sollecitazioni da parte di “Per Siena“. La scelta di De Mossi è stata un’altra: lasciare i grandi contenitori senza destinazione, consegnando al privato “con i soldi in bocca” le ipotesi funzionali (come ha ricordato Massimo Castagnini in campagna elettorale). Questa è una visione miope perché non distribuisce la ricchezza in modo equo, creando zone ricche e altre povere nel tessuto urbano, delegando la crescita (negativa) della rendita fondiaria a soggetti “esterni” al Comune. Non è che oggi non sia possibile recuperare quella proposta, essendo nate, nel frattempo, altre opportunità e strumenti. Rimane tuttavia il problema di fondo: serve una visione generale con obiettivi strategici che il piano strutturale potrebbe dare, attraverso un plano generale di riqualificazione urbana. Siena ha bisogno di risorse aggiuntive e di finanza creativa per far fronte alle molte necessità che non sono solo della città fisica.
*Ex sindaco di Siena
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