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PIENZA
Pienza ricorda l’anniversario dei venti anni dalla morte di Mario Luzi, uno degli intellettuali che ha maggiormente caratterizzato il Novecento, con il suo pensiero e la sua produzione artistica.
Luzi si spense il 28 febbraio 2005 a Firenze, nella casa di Via Bellariva; fu la governante Isolina a trovarlo senza vita, nella sua camera: aveva la radio accesa, era sua abitudine ascoltare tutte le mattine, appena sveglio, il notiziario.
Pienza dedica al proprio cittadino onorario la giornata di oggi, con un convegno che si svolgerà nella sala consiliare del palazzo comunale, a partire dalle ore 16,30.
Dopo i saluti del sindaco Manolo Garosi e della vicesindaca Angela Vegni, che ha la delega alla cultura, si succederanno gli interventi di insigni relatori come il professor Marco Marchi (“Mario Luzi tra novecento e per sempre”), il professor Alfredo Franchi (“Mario Luzi tra Siena e Pienza”) e lo scultore e poeta Massimo Lippi (“Mario Luzi, uomo e poeta”). Concluderà la serie delle relazioni il pientino Alfiero Petreni, presidente del Centro studi “La barca”, titolare dell’organizzazione del convegno insieme al Comune di Pienza e a Valdichiana 2025 – Capitale toscana della cultura.
Gli interventi saranno inframezzati dalla lettura di poesie e dalla proiezione di immagini del fotografo Mauro Zorer, con un sottofondo musicale, il tutto a cura del Teatro Povero di Monticchiello.
Nominato Senatore a vita dal Presidente Ciampi nel 2004, a Mario Luzi era stata assegnata la cittadinanza onoraria di Pienza nel 1994, quando compì 80 anni. La sua regolare frequentazione della città aveva avuto inizio nel 1969 e si protrasse, senza interruzioni, fino al 2004. Tutte le estati trascorreva due mesi a Pienza, dal 15 luglio al 15 settembre, amando della sua meta estiva il clima, caldo ma non opprimente come quello di Firenze, le condizioni ideali per lavorare, la possibilità di spostarsi con facilità a Siena o verso le altre località della Val d’Orcia, l’affetto delle persone, con le quali si rapportava con piacere e con grande semplicità, e le amicizie, soprattutto quella con Don Fernaldo Flori, che ammirava come sacerdote e con il quale condivideva la profonda passione per la letteratura e una spiccata, rara sensibilità artistica.
A far conoscere Pienza a Mario Luzi furono principalmente due persone, il già citato Petreni, e Leone Piccioni, altro intellettuale, dirigente della Rai, a sua volta innamorato della città. Bastò una visita per convincere il poeta a farne sua meta stabile.
Secondo i critici più attenti, Pienza non fu solo fonte di ispirazione per Luzi ma influì anche sulla sua scrittura, come dimostrerebbe “Il viaggio terrestre e celeste di Simone Martini”, capolavoro composto proprio a Pienza.
“Il Comune di Pienza ritiene importantissimo ricordare con questo e altri eventi, inseriti nel programma della Capitale toscana della cultura 2025, i venti anni dalla morte di Luzi, al quale attribuì la cittadinanza onoraria – afferma la vicesindaca Angela Vegni. – Luzi, insieme a Piccioni, fu protagonista di un’autentica rinascita culturale della città e del territorio, di cui ancora si avvertono gli effetti positivi per come seppe raccontare il paesaggio, l’arte, l’animo umano, i monumenti, la trascendenza, anche oltre i canoni della letteratura del Novecento”.
R.A.