È stato il ministro a decidere per l’inchiesta formale, questa sì disciplinare, per il generale che in pieno agosto aveva accusato di “farneticazioni” dopo che Repubblica aveva denunciato il libro come “omofobo” e “potenzialmente eversivo”. L’ha reso noto la Difesa ieri, nel giorno in cui Vannacci ha preso servizio al Comando delle forze terrestri (Comfoter) di Roma quale capo di Stato maggiore, cioè numero tre dopo il comandante e il vice. Il Comfoter sovrintende a una parte dei reparti dell’Esercito: non è un incarico puramente burocratico come sostengono alla Difesa ma nemmeno il comando operativo a cui poteva aspirare un generale di divisione come Vannacci, già comandante dei parà della Folgore e degli incursori del Col Moschin, con missioni all’attivo in mezzo mondo e un’esperienza di addetto militare a Mosca. Comunque non potevano lasciarlo a disposizione all’infinito dopo averlo avvicendato ad agosto, non rimosso come precisa Crosetto, all’Istituto geografico militare. Lo rivedranno tra un po’: già la settimana scorsa ha chiesto un mese di licenza.
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Il procedimento disciplinare è all’inizio, l’ufficiale istruttore è il generale di corpo d’armata Mauro D’Ubaldi, Vannacci ora si difenderà e potrà farsi assistere da un avvocato oltre che da un collega: per ora gli hanno nominato d’ufficio un colonnello, curiosamente di grado inferiore. È un procedimento per sanzioni di stato, non di corpo, le più serie: dalla sospensione in su. In genere sono indicate negli atti, qui no.
Una nota di Crosetto racconta come sono andate le cose dall’inchiesta sommaria ordinata quest’estate, di cui si erano perse le tracce: si è conclusa il 16 ottobre e “al termine – scrive – il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha proposto al ministro della Difesa l’apertura di un’inchiesta formale. Ho accolto la sua richiesta lo scorso 1 dicembre”. Più fonti confermano che è stato il capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino, ad insistere per la linea dura, mentre il ministro che parlava di “farneticazioni” era meno convinto.
Pesa il rischio di un flop davanti ai giudici ma c’è anche la questione politica aperta da Vannacci nella destra e in Fratelli d’Italia, il partito di Crosetto, dove molti condividono le idee del generale contro gli omosessuali, gli immigrati, le femministe, gli ambientalisti e la cosiddetta “dittatura delle minoranze”. L’ufficiale punta a candidarsi e almeno in un caso gli è stato vietato di partecipare a iniziative con esponenti politici. Mancano ancora parecchi mesi alle Europee di giugno. Ieri il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha escluso la candidatura con FdI: “Non condividiamo ciò che ha detto né come lo ha detto, visto che è in servizio”. La porta della Lega la lascia invece aperta Andrea Crippa, vicesegretario: “Parla come un leghista. Non so dire se vorrà candidarsi con noi, le sue idee sono assolutamente compatibili con quelle della Lega e di Matteo Salvini”.