CONTRACCOLPI SUL GOVERNO DEL SOVRANISMO MESSO AI MARGINI
11 Luglio 2024Meno reati evanescenti, più limiti alla gogna. Ribellarsi a una Repubblica fondata sullo strapotere delle procure si può. Viva la riforma Nordio
11 Luglio 2024di Marcello Sorgi
Al di là dei numeri consistenti con cui sono state approvate l’abolizione dell’abuso d’ufficio e le altre riforme della giustizia (“I sì sono il doppio dei no” ha commentato soddisfatto il ministro Nordio dopo la conclusione del lungo iter parlamentare del suo primo pacchetto), è interessante notare che nello scrutinio di ieri alla Camera, ai voti della maggioranza di destra centro, si sono aggiunti quelli di tutto il gruppetto centrista appena uscito sconfitto dalle Europee a causa del mancato superamento della soglia di sbarramento del 4 per cento per l’ingresso all’Europarlamento.
E poiché la giustizia, come si sa, rappresenta la bandiera di Forza Italia, cioè della componente egualmente centrista della maggioranza, tra l’altro premiata dagli elettori a scapito della Lega, la scelta di Azione, Italia viva e Più Europa, al primo appuntamento parlamentare importante dopo le urne dell’8 e 9 giugno e del terremoto che ne è seguito, rappresenta un segnale preciso a Schlein. Soprattutto su un terreno delicato come questo, quanto più il Pd sceglierà di avvicinarsi ai 5 stelle, tanto più regalerà i centristi ai suoi avversari. Schlein potrebbe rispondere, ma per prudenza non lo farà, che con la sua collocazione più recente il Pd non solo ha superato i suoi migliori risultati elettorali, ma ha chiaramente spostato voti dal Movimento, uscito piuttosto abbacchiato dai risultati, verso di se. La linea del muro contro muro contro Meloni e il suo governo, a giudizio della segretaria, e non solo suo, premia. Anche se occorrerà vedere se dalla pancia del partito, e in particolare dal fronte dei sindaci che quando il testo sull’abuso d’ufficio era all’inizio della discussione si erano schierati con Nordio, si leverà qualche voce dissenziente. Per una ragione molto semplice: i “sì” di Renzi, Calenda e Magi potrebbero pesare di più nel caso in cui il Pd si risolvesse a cavalcare un nuovo referendum contro l’intero “pacchetto giustizia” del governo, compreso il piatto forte, cioè la separazione delle carriere tra pm e magistrati giudicanti. Se Schlein e Conte restassero soli, o accompagnati come in altri casi da Landini, nella loro campagna per l’abrogazione delle riforme del Guardasigilli, l’esito del voto referendario diventerebbe ancora più incerto.