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21 Giugno 2024di Andrea Vivaldi
«Andiamo via. Sono appena passati i carabinieri». Dice il primo. «Eh, lo so, una pattuglia. È un casino – risponde l’altro -. Speriamo di uscì tutto bene, perché so’ 15 anni… 15, 20 anni! » . Nell’inchiesta sulla scomparsa di Nicolas Del Rio, il corriere argentino sparito misteriosamente un mese fa sul Monte Amiata durate un turno di lavoro, i carabinieri hanno raccolto una serie di intercettazioni ambientali e delle immagini di telecamere che hanno portato nei giorni scorsi all’arresto di due uomini: un cittadino albanese di 33 anni e un 40enne turco. Per loro le accuse sono di rapina e di aver dato fuoco al furgone che quel 22 maggio stava guidando Del Rio, prima di sparire. Nell’intercettazione i due sospettati sembrano parlare proprio della conseguenza della rapina, degli anni di carcere. Tra i due nasce anche un diverbio su quante siano le borse nel furgone: « Vai sul giornale, scrivi 400 borse – sentono gli investigatori in un’altra intercettazione – te dici 287». E l’altro: «Leggi bene». Si parla della refurtiva sparita, ma mai del corriere, la cui sorte continua a non trovare risposte. Si sa che Del Rio trasportava un carico di borse di lusso da circa mezzo milione di euro. Una cifra che fin da subito ha preoccupato i familiari del corriere argentino, 40 anni con una moglie e figlio, che temono possa essere stato vittima proprio di un’aggressione finalizzata a sottrargli il contenuto del camion. Quest’ultimo, un Iveco Daily bianco e giallo chiaro, l’ultima volta viene inquadrato da una telecamera alle 16.55 in piazza dell’Indipendenza ad Arcidosso (provincia di Grosseto). Un minuto dopo Del Rio chiama il suo titolare dicendo di essere stato fermato lungo la strada da uno sconosciuto che afferma di chiamarsi Goni: gli si è appena guastato il furgone ed ha bisogno di aiuto per un ritiro merci in un’altra ditta ( ma che il titolarenei minuti successivi scoprirà essere ormai chiusa da un anno e mezzo). Quel furgone, uno dei pochi nel settore senza localizzatore gps, è stato ritrovato distrutto da un rogo a circa 20 chilometri di distanza, a Piancastagnaio. Fin dall’inizio almeno un testimone in quella zona raccontò di aver sentito un rumore simile a uno sparo. Un boato che potrebbe essere stato dovuto allo scoppio degli pneumatici. Le telecamere quel pomeriggio, lungo lo stesso tragitto, inquadrano anche una macchina: una Fiat Panda gialla del 33enne albanese. Assieme a lui ci sono anche due persone. Il sospetto è che i presunti rapinatori possano aver raggiunto il corriere usando proprio quella macchina, immortalata una seconda volta nella zona sei ore dopo, alle 23.30 circa. Del Rio era al suo primo giorno di lavoro da solo, impiegato per la ditta New Futura da inizio maggio. Gli investigatori ipotizzano che la banda dietro la rapina possa essere specializzata in colpi ai trasporti dell’alta moda. Il 33enne albanese, arrestato mentre si stava per imbarcare su un volo diretto a Tirana, aveva parlato due settimane fa ai microfoni di “Chi l’ha visto?” mostrandosi tranquillo, dicendo di non conoscere del Rio e di non volere problemi, avendo già da risolvere una questione con la giustizia. « Anche io ho fatto l’autista e trasportato borse – ha detto -. Ma non mi sono mai fermato a chi chiedeva un passaggio. Speriamo che questo ragazzo esca fuori, perché ha famiglia. Io sono disponibile per ogni chiarimento».