La risoluzione un limbo di 6 mesi o un anno
Un testo, che non è ancora definitivo, ma è in fase di preparazione e sarà presentato dai componenti della commissione di Vigilanza Rai Giorgio Maria Bergesio, Ingrid Bisa, Stefano Candiani, Elena Maccanti, Clotilde Minasi ed Elena Murelli: nell’impegno finale la Lega chiederà alla Rai di “valutare l’opportunità” di sospendere la partecipazione dell’artista che ha espresso opinioni politiche da tutti i programmi della Rai. Non è ancora chiaro quale sarà il “limbo” di questa sospensione, ma ci sono due ipotesi allo studio da parte del Carroccio: la prima è quella di metà stagione, circa sei mesi, la seconda è quella di una sospensione per un intero palinsesto. Insomma, l’artista ribelle dovrà sparire dalle reti della tv pubblica per un anno.
L’altra questione allo studio in via Bellerio riguarda quanto circoscrivere il concetto di “artista”: l’idea iniziale era quella di includere solo i cantanti nella risoluzione, ma adesso è più probabile che si parli anche di escludere tutti i personaggi del mondo dello spettacolo. L’importante, sarà il senso del documento presentato dalla Lega, è che non vengano espresse opinioni politiche all’interno dei programmi di intrattenimento. Non sarà facile metterla in pratica, perché la definizione di opinione politica resta troppo generica (una frase come quella di Dargen D’Amico sui migranti lo è?).
Lo scontro sul tavolo la sfida sulle nomine
Una risoluzione che si inserisce all’interno di una sfida per le prossime nomine della televisione pubblica. Il ministro delle Infrastrutture sta cercando di ottenere un posto di peso ai vertici di Viale Mazzini sponsorizzando la permanenza dell’attuale amministrazione delegato Roberto Sergio che dovrebbe essere sostituito dal meloniano Giampaolo Rossi. Non è un caso che nei giorni scorsi proprio Salvini si sia espresso più volte contro Ghali, in difesa dell’ad Sergio che è stato messo sotto scorta. Inoltre il vicepremier della Lega ha attaccato Trenitalia per il Frecciarossa che ha portato, a spese della Rai, giornalisti e manager da Roma a Sanremo. Chi c’era su quel treno? Rossi e non Sergio.
Imbarazzo fi e fdi restano in silenzio
Una risoluzione così pesante però rischia di creare qualche imbarazzo nella maggioranza. Giovedì il forzista Alessandro Cattaneo ha parlato di misura con una logica “illiberale”, mentre da Fratelli d’Italia nessuno ha voluto commentare. Tra i meloniani però l’idea è che non sia questo il metodo per affrontare la questione delle opinioni degli artisti, anche perché l’approvazione di un provvedimento come questo si presterebbe alle accuse di censura proprio nel momento in cui si parla di “TeleMeloni” a proposito della Rai. Anche il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia della Lega, Massimiliano Fedriga, ieri si è detto in disaccordo “sull’esclusione di qualcuno” anche se bisognerebbe garantire “il contraddittorio”.
Ieri anche il conduttore di Presadiretta, Riccardo Iacona, si è detto estremamente contrario: “La ritengo una cosa barbarica, quasi ungherese e lo dico io che sono figlio dell’editto bulgaro…”. “La Lega farnetica – dice la deputata del M5S Dolores Bevilacqua – la prossima mossa sarà il confino per Ghali e Dargen D’Amico?”.
Il diktat: via damilano
Ma la Lega non si ferma qui. Un atto scritto per alzare i toni con i vertici della Rai è già stato presentato. Si tratta di un’interrogazione, che Il Fatto ha letto, firmata dai sei componenti leghisti della commissione di Vigilanza e rivolta all’amministrazione delegato della Rai contro il giornalista Marco Damilano e l’attivista e scrittrice Flavia Carlini. Nello specifico questi ultimi vengono attaccati per la puntata del Cavallo e la Torre (il talk serale di Damilano) in cui l’attivista Carlini si permetteva di criticare Salvini per le sue posizioni sul caso di Ilaria Salis sostenendo che “la sua posizione ci dice tantissimo sullo stato di salute della nostra democrazia”. Inoltre l’attivista aveva spiegato quanto il governo non accettasse più ogni forma di dissenso. Proprio Carlini, attivista con posizioni pro-Palestina, il 13 febbraio è stata tra i manifestanti manganellati dalla polizia fuori dalla sede Rai di Napoli solo per aver protestato contro la televisione pubblica dopo la censura nei confronti del cantante Ghali.
Ai leghisti la critica di Carlini in prima serata nei confronti del capo non è piaciuta e quindi nell’interrogazione scrivono: “Sarebbe d’uopo un maggior supplemento riflessivo se non dell’ospite almeno del conduttore”. Poi i leghisti parlano di “affermazioni gravissime al limite dell’istigazione, del tutto sottovalutate dal conduttore che non è mai intervenuto avallando nei fatti la tesi dell’attivista”. Proprio per questo la Lega chiede all’ad Rai Sergio “se non ritenga incompatibile” con il contratto di Servizio la puntata del Cavallo e la Torre, secondo quali “prescrizioni del contratto di servizio” vengono scelti i personaggi e se i vertici Rai “considerano la scelta editoriale del programma coerente con il ruolo e la funzione del servizio pubblico”. Insomma, si critica Salvini e la trasmissione va chiusa.
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