Rinviata la scelta dei nuovi vertici aziendali. Proclamato un altro sciopero. FI si spacca sul ddl “Salva casa”
ROMA — È forse la prima volta che succede, FI e Lega fanno asse contro FdI. Risultato: paralisi sulla Rai. Tutto rinviato a settembre. Il vertice tra la premier Giorgia Meloni e i due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani, avrebbe dovuto tenersi ieri. E invece niente. I tre s’incontreranno domani, per il Consiglio dei ministri. Prima o dopo la seduta, dovrebbe tenersi un faccia a faccia. Ma il piatto forte del menù, itop jobs della tv di Stato, non sarà scongelato prima della riapertura del Parlamento, a metà del prossimo mese. Il Senato, così ha deciso ieri la capigruppo, voterà i suoi 2 componenti nel Cda del cavallo alato il 12 settembre. La Camera non ha fissato una data, ma riaprirà i battenti dal 10 in poi e nelle prime batterie di votazioni indicherà i suoi 2 membri. Dunque l’accelerazione che si auguravano dentro FdI, per incoronare come amministratore delegato l’attuale diggì, Giampaolo Rossi, si è trasformata in una manovra a vuoto. Ha pesato l’ostracismo di azzurri e leghisti, per ragioni diverse. FI non voleva che Meloni indicasse subito l’ad, cioè Rossi, senza che la Vigilanza potesse votare entro ferragosto la presidente in pectore, Simona Agnes, sostenuta da Tajani. I tempi per convocare la bicamerale non c’erano più. Salvini invece non ha ancora ottenuto rassicurazioni sulla poltrona di direttore generale, che il Carroccio pone come condizione nella trattativa (forse per l’ad uscente, Roberto Sergio, forse per altri dirigenti leghisti come Marcello Ciannamea o Maurizio Fattaccio). Nemmeno sull’alternativa suggerita dailumbard , la direzione Approfondimenti ora in mano al “fratello” Paolo Corsini, a via della Scrofa sentono ragioni: Corsini non si tocca. Ecco perché Meloni ha acconsentito di rimandare la pratica. Anche perché ancora vanno trovati 4 voti dell’opposizione in Vigilanza per confermare la presidente: Iv, che ne porta in dote 2, si è sfilata. La Svp è disponibile a trattare, ma non basta. In FI sperano di convincere la calendiana Mariastella Gelmini e c’è addirittura chi si spinge a ipotizzare un ritorno «a casa» dell’ex ministra berlusconiana, se l’operazione filasse liscia. «Illazioni pure», replicano da Azione. I dipendenti Rai aspettano in agitazione: ieri Cgil, Cisl, Uil e un paio di altre sigle hanno proclamato uno sciopero per il 23 settembre.
In attesa del Cdm, in cui si dovrebbe tornare a parlare di un decreto omnibus con rottamazione delle cartelle, in maggioranza i nervi restano tesi, anche se tra oggi e domani il decreto Carceri dovrebbe essere approvato senza scossoni, dato che FI ha ottenuto l’ok a 4 emendamenti. Ma proprio gli azzurri vivono ore di forte travaglio interno. Il ring è la commissione Ambiente del Senato, dove si discute del ddl “Rigenerazione Urbana”, che il Pd, con Nicola Irto, ha ribattezzato un «Salva Casa 4.0». Ieri il senatore forzista Mario Occhiuto, fratello del vicesegretario nazionale e governatoredella Calabria Roberto, ha spedito una lettera di fuoco ai componenti della commissione. Per prendersela un po’ coi suoi colleghi di partito, a partire dal capogruppo Maurizio Gasparri, e un po’ col ministero dei Trasporti di Salvini. Dopo diversi mesi di discussione, infatti, il relatore azzurro Roberto Rosso ha fatto “sintesi” delle 8 proposte sul tema, ma attingendo quasi solo dal testo presentato da Gasparri. E Occhiuto, insieme ad altri forzisti, è su tutte le furie. Difatti scrive così: quello finale «è un testo confuso, mal strutturato e privo di visione». Occhiuto, prosegue la missiva, vede il «rischio concreto di regalare il termine di rigenerazione urbana agli speculatori », con «effetti devastanti», testuale, «sul futuro delle città». La fronda forzista ne ha pure per la Lega. In un altro passaggio, Occhiuto sostiene che «la governance centralizzata proposta in capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è inadeguata e rischia di entrare in conflitto con le competenze locali». Tutto nero su bianco, in una mail arrivata pure alle opposizioni. Che già preparanoi pop corn.