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10 Dicembre 2023
L’ex premier: Stefania pronta a correre con Del Re e Funaro. E lei: da noi una nuova idea di Firenze
Giorgio Bernardini
Matteo Renzi lancia la candidatura a sindaco di Firenze della sua fedelissima, la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi. E fin qui una scelta annunciata. Ma l’ex premier non si ferma e anzi si conferma, con una «mossa del cavallo» per sfidare il Pd e superare l’impasse che tiene fuori Italia Viva dal centrosinistra. Renzi propone primarie di coalizione, con tanto di data già fissata per il 3 marzo, tutti contro tutti. O meglio, tutte contro tutte. «Faccio un appello: se davvero il centrosinistra fiorentino non vuole tradire se stesso, si facciano le primarie. Contro Stefania — dice Renzi dalle Murate, su un piccolo palco con Saccardi al fianco — corrano dunque Cecilia Del Re, che aveva chiesto le primarie due mesi fa, e Sara Funaro, che aveva iniziato a far politica con la lista Renzi nel 2009».
È il tentativo di spiazzare tutti, di ribaltare quel tavolo a cui il Pd, solo pochi giorni fa, ha deciso di non fare le primarie indicando come candidato sindaco l’assessora più vicina all’uscente Dario Nardella. Il ragionamento è chiaro: la coalizione del centrosinistra costruita dal Pd — con Sinistra Italiana, Azione, Più Europa — difficilmente riuscirà a vincere al primo turno senza gli attuali alleati di Italia Viva. E in caso di ballottaggio stavolta la musica potrebbe anche cambiare per tutti. «Le primarie sono fissate per il 3 marzo e se nessuno vorrà farle con noi, Saccardi sarà la candidata di Italia Viva che corre da sola, indietro non si torna», chiarisce Renzi puntellando i contorni della sua proposta.
Stadio, case popolari, misure per la tenuta sociale, sviluppo dell’aeroporto. I temi snocciolati dalla neo candidata di Iv sono quelli su cui il suo leader insiste da mesi per pungere l’ex delfino Nardella: «Se vorranno fare le primarie — ribadisce Saccardi — noi ci siamo, altrimenti noi ci candidiamo con una nuova idea di Firenze, anche per marcare la differenza rispetto a come oggi è stata governata la città su una serie di partite». E in Regione, dove lei è la numero due, che succederà? «Chiedete al presidente, io ho imparato che un assessore si sostituisce se non fa bene il suo lavoro, non per motivi politici», spiega Saccardi. Renzi rilancia e minaccia: «Io mi fido di Eugenio (Giani, ndr ), certo se il Pd vorrà fare a meno di Stefania in giunta noi automaticamente usciremo da tutti i governi della Toscana dove siamo alleati». Tra questi, ben inteso, c’è anche il Comune di Firenze. Tra i dem c’è chi da tempo vorrebbe chiedere il passo indietro di Saccardi in caso di candidatura, ma il segretario Emiliano Fossi si guarda bene dal complicare una situazione precaria.
Il no del Pd fiorentino all’appello di Renzi, per i motivi che si dicevano, appare quasi scontato. È altrettanto difficile, a questo punto, che un’intesa tra Iv e Pd si trovi senza superare le candidature di Funaro e Saccardi. Resta da capire cosa deciderà di fare Cecilia Del Re: l’avvocato ex assessore comunale che ha appena perso la battaglia interna, qualora dovesse decidere di uscire dal partito e organizzare una lista civica che partecipa alla competizione con Saccardi, darebbe benzina alla narrazione di «un altro centrosinistra» in città. Questo è senza dubbio uno degli obiettivi dei renziani, a cui potrebbe corrispondere l’intento dell’ex assessora all’urbanistica di tornare sulla scena da protagonista con una gara che in fondo stava organizzando da settimane, quella per le primarie. Guarda molto da vicino questa partita anche Nardella: sono sostenitori di Del Re 5 consiglieri comunali, tanti quanti ne bastano per far andare sotto la maggioranza a Palazzo Vecchio. Per il sindaco uscente, con l’approvazione del bilancio alle porte, la creazione di un gruppo consiliare autonomo con fuoriusciti dal Pd sarebbe una vera sciagura.
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