L’idea di paragonare per smog Milano a città inquinate come Delhi, Mumbai o Lahore fa impressione ad Antonello Pasini, fisico del Clima del Cnr. Ma non lo stupisce. Perché, spiega, sebbene in generale la qualità dell’aria a Milano sia «migliorata rispetto a cinquant’anni fa», ci sono nuovi fattori, come l’innalzamentodelle temperature e l’assenza di pioggia, che possono contribuire a rendere irrespirabile l’aria di «quel catino che è la Pianura Padana. Per migliorare davvero la qualità dell’aria — sottolinea — vanno ridotte drasticamente le emissioni».
Pasini, la qualità dell’aria della Pianura Padana è migliorata o peggiorata?
«Rispetto ai periodi del passato più inquinati, ad esempio gli anni Sessanta e Settanta, la qualità dell’aria è in generale migliorata, ma ci sono aspetti critici legati all’innalzamento delle temperature e non solo».
Nel dettaglio?
«Ora ci sono due fattori fondamentali rispetto a prima: uno, il cambiamento climatico che porta a un aumento importante delle temperature e, due, la diminuzione di un inquinamento di tipo particolare, come quello legato ai riscaldamenti a carbone di una volta».
In che consiste?
«Quando si brucia il carbone vengono fuori particelle che fanno da nuclei di condensazione, per esempio raccolgono le goccioline d’acqua, dando vita a quei nebbioni di un tempo, oggi meno presenti.
Senza questo tipo di nuclei, e in generale gli effetti legati al riscaldamento a carbone, l’inquinamento di Pm10 ad esempio, è diminuito così come la nebbia, ma essendo aumentati i fenomeni anticiclonici, e con essi l’aria stagnante, si verificano determinati periodi in cui lo smog appare più intenso».
Perché in questi giorni ci sono valori di inquinamento così elevati?
«Nel momento in cui arriva un anticiclone molto forte, persistente, il bacino padano, avendo una morfologia particolare — è una sorta di catino contornato da Alpi ed Appennini con un solo sbocco sull’Adriatico — va in sofferenza. Di notte arrivano le inversioni termiche e quello che viene messo al suolo non riesce a disperdersi in atmosfera. Di giorno invece la luce del sole va a riscaldare la terra e aiuta a migliorare la situazione, ma talvolta, come di recente, c’è una nebbia così densa che il sole non riesce a forarla e lo strato di inquinamento permane a lungo».
Quali soluzioni per aiutare a “respirare” la Pianura Padana?
«In determinati casi diventa una camera di reazione chimica, tutto rimane lì: per aiutarla dobbiamo diminuire le emissioni inquinanti. Lo abbiamo visto anche con il lockdown: dopo 15 giorni l’aria di certe città era più pulita».
Quando caleranno i livelli pericolosi di questi giorni?
«Già da giovedì e venerdì è prevista una perturbazione forte in Pianura Padana e la pioggia aiuta a lavare l’atmosfera. Dunque le condizioni dovrebbero migliorare. Ma non possiamo prevedere ora se questa primavera porterà nuovamente anticicloni africani e aria stagnante».