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SIENA – Non è certo di facile risoluzione il problema rifiuti. In ogni caso si può fare molto meglio dell’attuale gestione, mal funzionante sia nel centro storico che nei quartieri periferici: basta fare un giro, oppure osservare sui social foto di cassonetti straboccanti, cestini pieni e inguardabili montagne di sacchi in fila ai piedi di palazzi storici. Tutto questo nonostante le rassicurazioni delle scorse settimane. Il 3 settembre l’assessore Magi, a seguito di un’interrogazione presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia dichiara che sarebbero stati effettuati “più controlli nei confronti del gestore e per migliorare i comportamenti dei cittadini”, consapevole che serva collaborazione tra Comune, Sei Toscana e cittadini. Fabbrini, Presidente di Sei Toscana, in un’intervista rilasciata il 7 settembre alla Nazione, rassicura: “Piena disponibilità al dialogo e al confronto per analizzare tutti gli aspetti del servizio e cercare, ove possibile, le soluzioni migliori e condivise per ottimizzarlo.” Aggiungendo che “oltre ai soldi previsti nel piano (industriale), potremmo usufruire di alcuni milioni provenienti dai fondi Pnrr che permetteranno di migliorare i servizi e le attività e, al contempo, incrementare le percentuali di raccolta differenziata e di materiali da avviare a riciclo. A Siena, ad esempio, sono state ammesse ai finanziamenti, per circa un milione di euro, le realizzazioni di nuovi eco-siti, come quello in Fontebranda, le mascherature dei contenitori del centro storico e le isole ecologiche interrate”.
Tuttavia degrado e sporcizia non diminuiscono, e ciò non può essere attribuito se non in minima parte alla mancanza di senso civico, piuttosto ai disservizi di Sei Toscana: si registrano mancati ritiri o rifiuti abbandonati fino a tarda mattina, ben oltre l’orario, difficoltà con i cassonetti spesso già pieni, non funzionanti e comunque con apertura difficoltosa, isole ecologiche diventate piccole discariche e sporco e degrado generalizzati. La sospensione della 6 card – utile solo per tentare di aprire cassonetti malfunzionanti – è solo una dichiarazione di fallimento da parte del Comune e della società di gestione: una presa d’atto che merita, tuttavia, qualcosa più dei proclami o dell’entusiasmo per una complicazione in meno. Il problema dei rifiuti, anche senza card, resta.
Ecco allora l’elenco delle (ovvie) necessità: implementare e potenziare i punti di raccolta; organizzare l’accesso dei mezzi al centro storico per evitare congestione del traffico, rivedendo orari di raccolta di privati e delle attività commerciali (ipotizzando magari un doppio passaggio); ripristino della raccolta notturna per bar e ristoranti, più costosa ma più funzionale; incaricare un ispettore ambientale, affiancato dalla polizia municipale, per monitorare la corretta esposizione dei rifiuti e dare un aiuto nelle segnalazioni dei cittadini e soprattutto nel controllo del gestore, insieme al potenziamento dell’ufficio per le relazioni con il pubblico (un controllo diretto da parte del Comune delle attività di Sei serve a dare risposte concrete e gestire al meglio i rapporti con il cittadino); sostituzione cassonetti (già prevista per il 2025 ma da anticipare) e studio di zone dove poter pensare a cassonetti interrati o strumenti alternativi idonei al centro storico; incentivi per chi effettua una raccolta “virtuosa”.