«Il fatto non sussiste» e «perché non ha commesso il fatto». La Cassazione, cioè l’ultimo sigillo del processo penale, ha assolto lo psicoterapeuta Claudio Foti. Descritto come un mostro, un «lupo», un’oscura figura in grado di plagiare i bambini con ricordi inesistenti su abusi subiti in famiglia così da giustificarne l’affidamento, a quanto pare Foti non è stato nulla di tutto ciò. Cosa resta, dunque, di questa storia nata da un’indagine della procura di Reggio Emilia (pm Valentina Salvi) che è diventata una clava usata dalla destra durante la campagna elettorale per le regionali dell’Emilia-Romagna quando la Lega sperava di poter scippare al Pd la presidenza della regione?
Di certo più che le contestazioni giudiziarie della magistrata Salvi, che su Foti si sono dimostrare lacunose, rimarrà la strumentalizzazione politica scaturita all’indomani della notizia dell’indagine. La presenza tra gli indagati del sindaco Pd di Bibbiano nel sistema degli affidi per dare alla destra (Fratelli d’Italia, Lega) e ai Cinque Stelle ha permesso di coniare slogan del tipo “il partito di Bibbiano”, usato per bastonare il Pd accusandolo di coprire maleodoranti manovre sotterrane con cui togliere i bambini alle famiglie naturali per darli a coppie omosessuali.
Le scorribande della destra sulla questione Bibbiano hanno avuto apici memorabili, come appunto il comizio di fine campagna elettorale organizzato da Matteo Salvini nel piccolo comune in provincia di Reggio Emilia, feudo democratico da sempre. Il 23 gennaio 2020 il leader leghista per sponsorizzare la candidata della Lega, sfidante di Stefano Bonaccini, ha allestito un mega palco con la scritta “Giù le mani dai bambini”. Coinvolgendo padri e madri di figli che i servizi sociali in tutta Italia hanno affidato a comunità o ad altri nuclei perché considerati a rischio abuso.
La propaganda sovranista e conservatrice aveva tra i suoi obiettivi proprio il lavoro dello psicoterapeuta Foti, che secondo la teoria della procura deviava attraverso un metodo chiamato Emdr: si tratta di un approccio terapeutico per il trattamento dello stress traumatico.
Le conseguenze, però, più nefaste degli attacchi politici hanno riguardato il sistema degli affidi, strumenti necessari per evitare che bambine e bambini continuino a subire violenza nel contesto familiare. Perché esiste una convinzione radicata in ambienti del cattolicesimo radicale e oscurantista (gli stessi che sono schierati contro i diritti civili e l’aborto) secondo la quale non esiste alternativa al nucleo familiare in cui si nasce. Ogni alternativa è contro natura. Quand’anche dovessero emergere abusi, molestie o privazioni affettive, non è legittimo trovare un’alternativa educativa che garantisca una crescita sana, lontana da un contesto violento, che come noto da numerosi studi sul tema è alla base di comportamenti devianti anche gravi in età adulta.
Ora al di là di Foti, dunque, è importante ragionare sulle scorie lasciate sul terreno dall’indagine su Bibbiano. Riconoscere, quando ci sono, l’utilizzo sconsiderato degli affidi, soprattutto quando si tratta di famiglie molto povere e senza mezzi, sulle quali si interviene con un pregiudizio di partenza. Allo stesso tempo però ristabilire quanto sia centrale una rete di protezione sociale e pubblica che sia argine alle nefandezze che accadono nelle famiglie per salvare il futuro delle piccole vittime.
Ed è innegabile che i più feroci oppositori al sistema degli affidi siano gli stessi che difendono il dogma della famiglia naturale. Una truppa di politici, avvocati, esperti e persino ex magistrati accomunati anche da una vecchia battaglia combattuta sempre in Emilia durante l’indagine e poi il processo conosciuto con il nome dei Diavoli della bassa, che ha portato a condanne per abusi sui bambini, al tempo poi affidati ad altre famiglie.