Raffaele La Capria. Tu, un secolo
13 Dicembre 2022Barry White – Can’t Get Enough Of Your Love Baby
13 Dicembre 2022“Mi rendo conto che è proprio il palpabile passare del tempo che mi spinge a fare ciò che faccio. Credo sia lo stimolo più importante per ogni artista”. Una parabola dark rock, fino agli ultimi concerti italiani
Si è conclusa da poco la parte italiana della tournée dei Cure. Quattro concerti a inizio novembre rispettivamente a Bologna, Firenze, Padova e Milano. Uno di questi, quello di Milano, è stato considerato da coloro che provano l’amore più intenso verso la band e che perciò intrattengono interconnessioni con fan in ogni parte del continente, il più bello dell’intera tournée. Il più bello almeno fino a questo punto, visto che il tour continuerà in Francia e in Inghilterra sino al 13 dicembre. Tuttavia, a essere sincero fino in fondo, sino a un po’ di anni fa non mi sarebbe importato un fico secco della discesa in Italia della band di Robert Smith. Al contrario, nel decennio tra il 1980 e il 1990, quand’ero giovinotto, avrei pesantemente osteggiato i fan dei Cure così come la musica del gruppo: entrambi così tristi, emaciati e vessati da complessi da sembrare già vecchi e in ultima analisi, come si dice giù in strada, da portare un bel po’ di sfiga. Ma, bisogna dir la verità, quando si è giovani si dà molta più importanza alla vista che agli altri sensi e, in questo caso particolare, all’udito.